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Abbiamo bisogno dei Santi e di Maria

la veritĂ  marcello veneziani Sep 25, 2024

di Marcello Veneziani

Settembre è il mese di Maria e dei miracoli: nel giro di pochi giorni si celebra la nascita della Madonna, la liquefazione del sangue di San Gennaro e l’anniversario del santo più miracoloso del nostro tempo, Padre Pio. La Chiesa di Francesco ha voluto cimentarsi con la fede nei miracoli esprimendosi su Medjugorje, dopo un silenzio che dura ormai da 43 anni, quando apparve per la prima volta la Madre divina in Bosnia Erzegovina. Bisogna riconoscere che lo ha fatto in modo saggio e prudente, in un equilibrio di buon senso, riconoscimento della fede, della devozione e della sua piena legittimità, senza tuttavia perdere il rigore e la sospensione del giudizio che si addice in questi casi; da un verso rilasciando il nihil obstat, il nulla osta al culto e dall’altro non pronunciandosi nel merito di ciò che accade, lasciando però aperta la porta al soprannaturale.

La chiave teologica del miracolo e più vastamente del soprannaturale resta il mistero. Un mistero resta l’irruzione di un fattore non umano, non naturale, non spiegabile con la nostra ragione e con i rapporti di causa ed effetto. Un mistero resta il cambiamento di stato senza alcuna spiegazione logica, fattuale, scientifica. Un mistero resta il legame tra fede, devozione e miracoli. Si possono fare tutte le obiezioni ragionevoli e razionali ai miracoli, si possono fare i paragoni più calzanti tra salvezze singole concesse e tragedie singole e collettive accadute, nonostante le preghiere, i riti e la fede nei miracoli; e tuttavia restano irrisolti alcuni eccezionali eventi, inspiegabili alcune guarigioni insperate, sorprendenti alcune apparizioni collettive e comuni percezioni di presenze soprannaturali. La suggestione, anche reciproca, non basta; alcuni fatti restano, alcune preveggenze lasciano sgomenti, qualcosa di irriducibile e di indeducibile avviene, non riusciamo a controllare tutte le ipotesi solo col calcolo delle probabilità e con alcune leggi della fisica e in generale della scienza.

Ma lasciando nel mistero il fondamento teologico del miracolo e la sua fondatezza reale, resta però il tema religioso e il fenomeno popolare della devozione: il culto, il rito e la preghiera, le processioni; il nesso tra fede e speranza, la relazione stretta fra cielo e terra, tra vivi, morti, santi e madonne. Superstizioni, liquiderà qualcuno. Ma ammesso che siano tali, le superstizioni sono – come spiegava Vico – quel che resta – che è superstite, appunto – di verità e di culti di cui si è persa traccia, vigore, memoria. E aggiungeva ancora Vico citando non un Padre della Chiesa ma un saggio dell’antichità, Plutarco, che dalle superstizioni sorsero civiltà, mentre dall’ateismo non ne sorse mai nessuna. Dunque meglio lasciar coltivare credenze di dubbia fondatezza, che imporre una miscredenza assoluta e pregiudiziale. Peraltro se cancelli la religione cresce al suo posto la gramigna dell’idolatria e del feticismo. Meglio i santi e la Madonna come modelli di riferimento piuttosto che gli influencer e le pop star.

Il rapporto con la Madonna e coi Santi è poi nella storia d’Europa e in particolare d’Italia, e in modo speciale nel Sud, un capitolo importante sotto almeno tre punti di vista. Il primo è che il culto di Maria e dei Santi apre un capitolo importante nella storia universale della pietà: il soccorso verso chi ha bisogno, la cura verso i malati, la compagnia ai morenti, la protezione verso i fragili, l’amorevole premura verso i bambini e i vecchi, il rispetto delle donne, la carità verso i poveri, l’assistenza a chi ne ha bisogno. Tutto questo si è alimentato del rapporto protettivo dei santi ed ha a sua volta alimentato la devozione nei loro confronti. Nel nome del Santo e della Madonna si sono compiuti atti, slanci, cure e opere altrimenti impossibili.

Il secondo è la storia universale dell’arte e della bellezza. La raffigurazione dei Santi, della Madonna, della vita e della morte di Gesù Cristo ha reso lo splendore di opere, sculture, altari, chiese, piazze, ospedali, città. L’iconografia dei santi e il racconto illustrato dei loro miracoli è una delle bellezze che accompagnano la religione, quella cristiana in modo particolare, quella cattolica in modo speciale. La nostra civiltà deve molto all’ispirazione e alla rappresentazione dei santi, dei loro miracoli, e di tutto quanto attiene alla vita religiosa e alla figurazione del soprannaturale che irrompe nella vita terrena. La santità riversata nell’arte è tutto “un miracol mostrare”.

Il terzo punto è di natura morale, psicologica: confidare nei santi, nella Madonna, nella mano materna della Provvidenza significa non abbattersi, non disperare, aver fiducia in qualcosa e in qualcuno; trovare la forza, non sentirsi soli ad affrontare i nodi cruciali della vita, aiutarsi perché Dio t’aiuta, avere familiarità coi cieli, coi defunti, coi miracoli. Sperare l’insperato significa trovare un’energia supplementare, misteriosa, dentro di sé, affidarsi con fiducia trascendentale a qualcosa, a qualcuno che ci porterà in salvo o ci accompagnerà nel passaggio, come una madre, un padre, un fratello, una sorella. E già miracolosa quell’energia che suscita la fede e il culto dei santi e che, come suol dirsi, muove le montagne.

Se portate i miracoli in tribunale, se trascinate i santi in una polizza assicurativa, o se pretendete di ragionare di apparizioni e guarigioni alla luce della ragione, diventerete ridicoli mentre ridicolizzerete quei fenomeni e quelle presenze soprannaturali. Ma se lasciate alla gente il culto, il rito, la preghiera, la devozione, la speranza, la capacità di stupirsi, l’apertura alla meraviglia e al mistero, quel lasciarsi visitare dal sacro e accarezzare dal santo, avrete fatto una cosa buona e giusta per loro e per il mondo. Salvo esagerazioni, idolatrie e fanatismi, quel culto non nuoce a nessuno, giova a qualcuno, rende il mondo leggermente migliore, e perfino più umano, più aperto allo stupore e più capace di nutrire fiducia, malgrado tutto. E già questo, credete, è un miracolo.

La Verità – 22 settembre 2024

 

 

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