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Aborto: le spese folli dell’Oms, anche con i miliardi di Buffett

aborto la nuova bussola quotidiana luca volontè Sep 05, 2023

di Luca Volontè

Dal bilancio annuale dell’Organizzazione mondiale della sanità emerge che l’11% dei fondi del suo Programma per la riproduzione umana è impiegato per promuovere l’aborto. Tra i maggiori finanziatori dell’Oms: il miliardario Warren Buffett.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) invece di prevenire malattie e promuovere cure si concentra nella diffusione su larga scala dell’aborto e della contraccezione chimica e, in questa incredibile contraddittoria missione per l’umanità, viene affiancata anche dal “Mago di Wall Street”, Warren Buffett, che moltiplica le proprie milionarie donazioni.

Lo scorso 25 agosto a Ginevra, l’Oms ha presentato un memorandum d’intesa con il Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi (Epf), succursale dell’Ippf e promotore del dileggio sistematico delle organizzazioni pro-life e pro-family europee, e con il Programma per la riproduzione umana (Hrp) delle Nazioni Unite, uno dei programmi principali dell’Onu per la promozione dell'aborto.

I fondi non mancheranno visto che l’Oms ha reso noto nel marzo scorso, tra l’altro, il bilancio annuale del suo programma per la salute sessuale e riproduttiva, da cui emerge che si stanno spendendo milioni di dollari in progetti per gli aborti a livello mondiale. L’11% dei fondi del programma viene speso per i servizi di aborto in tutto il mondo: lo riporta il report di bilancio per il 2022-23. Visti i possibili divieti nei quali potranno incorrere le pillole abortive negli USA, nel documento dell’Hrp si descrivono anche gli sforzi che si stanno compiendo per «aumentare la disponibilità» di mifepristone e misoprostolo, i due prodotti di base utilizzati negli aborti farmacologici.

Lo scopo dichiarato del protocollo d’intesa tra Oms, Epf e Hrp è la «mobilitazione della volontà politica sulla salute e sui diritti sessuali e riproduttivi», con particolare attenzione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 3.7 e 5.6 che mirano a garantire entro il 2030 «l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi». Il progetto mira anche a «mobilitare i parlamentari sulla sensibilizzazione alla salute sessuale e riproduttiva, con particolare sostegno ai Paesi a basso e medio reddito».

In altre parole, i figli e le figlie di genitori che vivono in contesti di povertà o semipovertà sono gli obiettivi, a loro ci si rivolge per avviare vere e proprie iniziative dal sapore eugenetico e malthusiano. L’Oms, invece di prevenire le vere malattie che assediano i Paesi poveri e in via di sviluppo, considera di fatto la gravidanza una malattia, alla stessa stregua delle multinazionali abortiste. E, per prevenire la diffusione delle nascite dei bambini (la “malattia”), ne diffonde la “cura” e i “vaccini” (l’aborto chirurgico e le pillole abortive).

«Il capitale politico e sociale dei parlamentari è una leva potente per difendere e far progredire le questioni relative alla salute e ai diritti, che sappiamo essere delicate e politicizzate», ha dichiarato la dott.ssa Pascale Allotey, direttrice del Dipartimento per la salute sessuale e riproduttiva dell’Oms, che ha proseguito dicendo che «la nostra partnership con l’Epf rappresenta un forte impegno a favore della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi come scelta politica basata sull’evidenza e sulla responsabilità».

Secondo l’Oms, le leggi relative alla «criminalizzazione, agli approcci basati sui motivi, ai limiti dell’età gestazionale, ai periodi di attesa obbligatori, all’autorizzazione da parte di terzi, alle restrizioni per i fornitori e all’obiezione di coscienza» devono essere annullate perché «pongono ostacoli all’accesso all’aborto e hanno effetti negativi sull’esercizio dei diritti umani». Perciò si raccomanda che la collaborazione si concentri sulla completa depenalizzazione dell’aborto, una liberalizzazione senza alcun limite, su richiesta semplice della ragazza o donna, senza limiti per l’attività delle multinazionali abortiste e invece con limiti ferrei per l'obiezione di coscienza di medici e paramedici.

Proprio nel giugno scorso l’Epf aveva promosso una fantomatica Alleanza parlamentare globale per la salute, i diritti e lo sviluppo per «potenziare gli sforzi dei parlamentari per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare nelle aree della salute e dei diritti umani» e volta a fornire «una piattaforma ai parlamentari di tutto il mondo per sostenere una migliore assistenza sanitaria, l’espansione dei diritti umani e il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile sia nei loro Paesi che all’estero». Perciò è comprensibile la grande soddisfazione del direttore esecutivo dell’Epf, Neil Datta, che, alla firma della collaborazione con l’Oms, ha dichiarato «di aver lavorato per molti anni in stretta collaborazione con l’Oms per garantire che i parlamentari possano essere all’altezza della loro responsabilità di legislatori per migliorare le politiche sanitarie nei rispettivi contesti». Datta ha aggiunto che la collaborazione permetterà di «migliorare efficacemente le leggi, le politiche e i finanziamenti relativi alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi».

Ad affiancare l’Oms nell’unica vera guerra globale contro l’umanità, il genocidio di decine di milioni di bimbi, tra i soliti noti filantropi (due dei quali, Bill Clinton e Alexander Soros, nonostante la visita privata dal Papa a luglio scorso, proseguono imperterriti nelle loro malvagie azioni), c’è uno degli uomini più ricchi del mondo: Warren Buffett.

Buffett vanta un patrimonio netto di oltre 115 miliardi di dollari. Di questo patrimonio, plurimiliardarie donazioni sono andate alle organizzazioni pro aborto di tutto il mondo, spesso a sostegno delle politiche dell’Oms e delle diverse agenzie delle Nazioni Unite. Un bilancio sulla filantropia malthusiana del magnate è stato fatto lo scorso 29 agosto dal sito americano Lifenews.com.

Non possiamo imporre a Buffett, Clinton, Gates o Soros come spendere i propri soldi, però dobbiamo chiedere con forza che il governo Meloni, diversamente dai governanti abortisti del passato, interrompa ogni finanziamento all’aborto promosso dall’Oms. La vera guerra al Creato non è certo quella contro le foche monache e i ghiacciai; piuttosto è quella di istituzioni riverite e plutocrati contro l’umanità più indifesa e vulnerabile: il bimbo concepito e sua madre.

 

 

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