Bruno Cornacchiola, la Vergine della Rivelazione e l’apostasia nella Chiesa
Apr 20, 2024di Occhi Aperti!
Chi ha sperimentato di persona la grazia di una inattesa, impensabile e – ça va sans dire – folgorante conversione, resta perennemente affascinato dalle modalità in cui Dio può irrompere nelle anime più smarrite, apparentemente irrecuperabili o semplicemente incamminate per quei sentieri di falsità che portano alla perdizione. Pensiamo a Zaccheo, Saulo, Agostino, Alphonse Ratisbonne, John Henry Newman, Edith Stein e, in tempi a noi più vicini, a Jacques Fesch, ai coniugi Scott e Kimberly Hahn, a Richard J. Neuhaus e ad innumerevoli altri nomi travolti improvvisamente dalle acque in piena dell’amore trinitario.
Tra questi nomi, come non ricordare quello dell’italiano Bruno Cornacchiola, il cui radicale, istantaneo cambiamento interiore – e di vita! -, presenta dettagli davvero sbalorditivi?
Cenni biografici di un convertito dalla Madre di Dio
Bruno nasce a Roma nel 1913 in una famiglia assai disagiata e derelitta, quando all’età di 12 anni circa, si imbatte in un vecchio povero e macilento, “accovacciato a terra”, di nome Paolo che, porgendogli la Parola di Dio, lo esorta a leggerla. “Da quella sera Bruno prese l’abitudine di portare al mendicante la metà della sua cena e, mentre Paolo mangiava, il ragazzino leggeva brani della Sacra Scrittura”. [1]
A causa delle forti incomprensioni in un ambiente domestico incline alla violenza, Bruno ben presto si trasferisce a Rieti facendo i lavori più umili e disparati, fin quando nel 1934 non viene arruolato nell’esercito per il servizio militare, distinguendosi “per le sue qualità di ottimo tiratore” e iniziando a vivere “un’esistenza più regolare e non più tormentata dalla miseria”.
Nel 1936 Bruno sposa Iolanda Lo Gatto in sacrestia, dato che “si opponeva fermamente alle nozze in Chiesa”, conducendo poi una “vita coniugale intrisa di maltrattamenti, tradimenti, percosse e incomprensioni”.
Quando scoppia la guerra civile spagnola (1936-1939), il Cornacchiola prende parte a numerosi e sanguinosi scontri, uccidendo molti sacerdoti, cosa di cui avrà grande e “profondo rimorso”, dopo la sua conversione, per tutta la vita. Fu durante quel periodo che conobbe il soldato tedesco protestante che lo indottrinò, “convincendolo della fondatezza del suo credo e di tutte le idee a esso connesse”.
“Si schierò quindi contro la Chiesa, contro i Sacramenti e in particolare contro la figura del Papa che […] gli era stato dipinto come l’incarnazione dell’Anticristo. Bruno si convinse a tal punto, che arrivò a maturare il fermo proposito di ucciderlo. Recatosi a Toledo, comprò un pugnale su cui incise le parole: «A morte il Papa!»”.
Vale la pena riportare un fatto – in concomitanza con i propositi di violenza che esacerbavano sempre più il cuore di questo ormai feroce anticlericale – che aiuta a meglio intuire quanto i disegni misericordiosi di Dio mai abbandonino neppure il peccatore più incallito: mentre Bruno viaggiava su di un convoglio militare carico di bombe per gli aerei, “gli apparve una ragazza vestita di bianco, che lo esortava a scendere subito dal camion. Si buttò quindi giù dall’automezzo, trovando rifugio e salvezza dentro una cunetta ai lati della strada.” Fu così che il Cornacchiola ebbe salva la vita, mettendosi al sicuro appena in tempo prima che il camion esplodesse.
Una volta rimpatriato, si scopre padre di Isola, la primogenita che nel frattempo gli era nata, ma nonostante gli affetti familiari e le premure della moglie che tanto aveva pregato la Madonna di Pompei per la sua incolumità [2], l’uomo rispondeva “distruggendo con violenza tutte le immagini sacre che trovava in casa”, ritenendole null’altro che “oggetti di idolatria e di superstizione diabolica”. “Così iniziò a gettare a terra, primo tra tutti, il quadro della Madonna di Pompei, a calpestarlo e a bruciarne l’immagine; spezzò poi sulle sue ginocchia il crocifisso di legno che era appeso alla parete”.
E poiché la moglie Iolanda non si decideva a lasciare la Chiesa Cattolica per abbracciare il protestantesimo, come ultimo tentativo ella avanza questa richiesta al marito: “praticare la devozione dei primi nove venerdì del mese al Sacro Cuore di Gesù”. Ma, dopo i nove mesi, – apparentemente nulla mutando nel cuore e nella vita del Cornacchiola -, la coppia, nel 1943, si fa battezzare con rito protestante. Addirittura nel 1945, Bruno, non sufficientemente pago della setta dei Battisti di cui faceva parte, passa a quella più rigorosa e radicale degli Avventisti. [3]
“La sua profonda avversione per il clero cattolico aumentava ogni giorno di più. Incitava addirittura i figli a sputare addosso ad ogni prete che incontravano per strada e a entrare nelle chiese per disturbare le celebrazioni delle Sante Messe”.
Tra molti altri fatti che sarebbero degni di nota, arriviamo finalmente al 12 aprile 1947, giorno in cui Bruno raggiunge la periferia romana delle Tre Fontane (a ricordo del martirio di San Paolo) coi suoi tre figlioletti Isola, Carlo e Gianfranco per prepararsi meticolosamente – era infatti direttore della Gioventù Missionaria Avventista del Lazio – alla conferenza che l’indomani avrebbe tenuto in piazza della Croce Rossa a Roma, con lo scopo di “confutare la fede cattolica sull’Immacolata Concezione e sull’Assunzione in Cielo di Maria [4], volendo dimostrare che “non esisteva passo della Scrittura in grado di confermare i due eventi e che questi risultavano pertanto essere frutto di una mera invenzione della Chiesa Cattolica”.
Ma, proprio in quel giorno, la sua vita muterà per sempre.
I suoi figlioli, che giocavano nei pressi della grotta, si ritrovano – ad uno ad uno, a cominciare dal più piccolo, di 4 anni – in ginocchio, ripetendo le parole: “Bella Signora! Bella Signora!”.
“Allora Bruno cercò di scuotere i figli, ma si accorse che non riusciva a sollevarli e nemmeno a spostarli […]. La paura attanagliò l’uomo […]. Alla fine, disperato gridò: «Dio salvaci tu!».
L’Apparizione della Vergine della Rivelazione quel sabato in Albis del 1947, ed alcuni messaggi tra i più significativi
[…] Allora, circonfusa da una luce abbagliante, in piedi su un masso di tufo, gli apparve una donna bellissima, scalza […]. Con la mano destra teneva un piccolo libro, la Bibbia, mentre con la sinistra indicava in terra un drappo nero che era una veste talare stracciata e un crocifisso spezzato in varie parti, quello che il Cornacchiola […] aveva, in un impeto d’ira, frantumato e gettato via nella sua stessa casa.
La Madonna iniziò a parlare con voce ferma: «Sono colei che sono nella Trinità Divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile santo, l’eterno miracolo di Dio, dove Cristo posò la prima pietra, quel fondamento sulla roccia eterna, Pietro»”.
Non passi inosservato che, fin da subito, la Madre di Dio esordisce col mettere bene in chiaro la sua identità – “sono colei che sono nella Trinità Divina”, quella della Chiesa – “Ovile santo”, e quella di Pietro – la “roccia eterna”.
Tanto che il Cornacchiola, in vista di un incontro che aveva per tema “Che cosa vuole da noi la Vergine della Rivelazione?” raggruppava le richieste della Vergine in pochi punti essenziali, ed è in essi che, a proposito della Chiesa, si legge che è la “[…] Corte celeste in Terra, dove regnano i tre Punti bianchi della pace e dell’unità dell’amore: l’Eucaristia, l’Immacolata Madre della Chiesa e il Papa Pietro, la Santità del Padre. E’ la Chiesa della redenzione e della santificazione […]”. [5]
Ma vediamo, il più sinteticamente possibile e tentando di selezionare alcuni dei messaggi, in particolar modo rivolti al Clero, cosa disse la Madonna a partire dal 12 aprile 1947, giorno dell’apparizione, dopo essersi presentata come poco più su riportato:
“Momenti duri si preparano per voi […]. Preparate i vostri cuori, accostatevi con più fervore al sacramento vivente fra voi, l’Eucaristia, che sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di mio Figlio. Venite al Cuore di Gesù, venite al Cuore di una Madre e sarete consolati e sarete alleggeriti dalle vostre pene. […] Consacratevi al Cuore Immacolato di una Madre, senza dubitare di essere soccorsi; chi può lamentarsi d’essere stato scacciato da me, se si è consacrato al mio Cuore? […] Sono presso la giustizia divina, il muro riparatore dell’ira divina” […]
“La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri […].
Per il tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie! […]
Vi saranno giorni di dolori e di lutti. […] Pregate molto e vi saranno alleggeriti la persecuzione e il dolore. Serbate l’arma della vittoria: fede! […] Amatevi tanto, annullando in voi l’io colmo di superbia e d’orgoglio, umiltà nei cuori!” […]
“Non dimenticate il rosario, che molto coopera alla vostra santificazione […]
Figli, diventate santi e santificatevi di più, […] unitevi nell’amore di Dio, fate una sola regola: Evangelo vivo! Siate forti nella verità dello Spirito, l’Ovile di Cristo è e sarà la salvezza di tutti coloro che vogliono salvarsi.” […]
In questa singolare mariofania, che andrebbe studiata minuziosamente e divulgata con il dovuto supporto ecclesiastico e teologico, la Vergine Santissima, oltre a richiamare tutti – ma specialmente i sacerdoti – a conversione e penitenza, descrive dettagliatamente cosa ci aspetta se non mutiamo vita, accennando ad eventi futuri che per noi oggi sono, almeno in parte, già realtà.
Alle anime sacerdotali, verso cui la Madonna indirizza maggiormente le sue accorate premure materne, si rivolge infatti così, il 21 febbraio 1948:
“Gesù ha freddo, perché è da voi dimenticato e abbandonato nel suo nascondimento di amore (il tabernacolo, ndr). […] E’ una Madre che ve lo chiede: amatelo e non dissacratelo ma fatelo amare da tutti, dando esempio d’amarlo! E’ dimenticato! […]
Voi state diventando del mondo, spogliandovi del sacro per dissacrare e abbandonare il sacerdozio datovi da mio Figlio. Dovete fare di tutto perché il mondo diventi di voi. Il mondo ha sete di verità, ma voi non gli date più l’acqua che disseta. La vostra cooperazione si sta sfaldando e diventerà nulla. Molti di voi danno cattivo esempio.
[…] Figlioli, fate conoscere Gesù. L’Evangelo lo avete del tutto dimenticato. Tornate alla sorgente viva, sorgente di vita! Portate anime a Cristo! La sete di Gesù deve essere la vostra sete. Anime, dategli da bere anime, solo anime. […] Dategli da bere [6]! Guai a voi se non eseguite il mandato.
Siete i pastori, guidate il gregge all’Ovile santo, la Chiesa. […] Gesù prende da voi se stesso per salvare e santificare le anime! Operate secondo il volere di Cristo sacerdote, dovete dedicarvi completamente al culto dell’altare e alla guida delle anime per la gloria del Padre con l’aiuto efficace dello Spirito Santo.
Figli miei, verranno molti sotto il mio nome, faranno ingannevoli prodigi (anche la Madonna, come Gesù nei Vangeli a proposito della Sua Persona, non a caso e non per niente mette in guardia sulle false apparizioni e gli “ingannevoli prodigi” che la riguardano, ndr). Attenzione a non deviare le anime dal vero culto per la gloria della Trinità. […]
Cercheranno di convincervi a vivere come vive il mondo: non lo ascoltate, praticate e vivete il vero amore per il prossimo […]
Chiamatemi e fatemi chiamare Madre. Io sono Madre del puro clero, Madre del santo clero, Madre del fedele clero, Madre dell’unito clero, Madre del vivente clero. Non dimenticate che il mondo vi guarda e vuole e si aspetta da voi l’esempio di una vita santa, vissuta eroicamente. Allontanatevi dal mondo, date esempio che siete di Cristo, date prove d’amore scusandovi tra voi, e siano lontane la discordia e l’odio. E’ una Madre che ve lo chiede, amatevi!”
La Vergine Santissima, il 15 agosto 1949, dice anche:
“Il popolo cammina nella verminaia di peccato; perché manca loro la conoscenza dei piani di Dio, che sono piani d’amore. Il Signore investigherà tutti i cuori […]. E farà conoscere dagli ignoranti e dai disprezzati le sue verità e dirà per mezzo d’essi i suoi piani, e qual è il suo pensiero […]”.
E il 15 agosto 1958 la Madre di Dio dà un avviso di una certa rilevanza:
“Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuoterà tutto il globo terrestre. Vi do un avvertimento materno: non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non lo fate più. Non peccate, figlioli miei, non peccate! Perché in un istante saranno chiamati in giudizio, e il giudizio di Dio è infallibile.
Sì, figli miei, il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa spirituale, e saranno i soli di superbi e le stelle d’orgogliosi che cadranno, come già cadde Satana. […] Fate penitenza in ogni occasione che vi si presenta, è una richiesta di mio Figlio […] La penitenza che vi chiede è di amare il prossimo e dare buon esempio di vita. Con mio Figlio, in Dio Padre, non odiate nessuno, perdonate sempre, non vendicatevi. Gesù è giudice. […]
Fuori dalla Chiesa del vero e del santo, la cattolica apostolica romana, non c’è pace vera, non c’è amore vero e non c’è la vera salvezza. […] Amare tutti non significa tenere un atteggiamento di morbosità o sentimentalista falso satanico. […] La vittoria è e sarà vostra se voi vivrete secondo i dettami dello Spirito Santo! […] L’unica salvezza risolutiva è camminare nella Parola di Dio, tornare alla fonte pura dell’Evangelo, ascoltare la Parola di salvezza che dalla Sede apostolica, la Chiesa, si irradia in tutto il mondo, e non le falsità del mondo. Non spogliatevi dell’abito sacerdotale, ubbidite tutti: l’abito richiama, è un segno celeste.”
1° gennaio 1985:
“La Chiesa è stata fondata per salvare nella fede operante e ubbidiente: amatela e vivetela con amore! Chi è fuori e odia non si salva; chi è dentro e ama riceve aiuti per la salvezza! Ricordatevi che la Chiesa fondata da mio Figlio – che è Dio, e non lo dimenticate – è il mezzo per la salvezza, e non è antropologica: non cambia, non è soggetta al tempo che trasforma e consuma. La Chiesa è e resta la via della salvezza: o si accetta com’è, oppure non si accetta. Non si può fare, nella Chiesa, la chiesa.” […]
La Madonna, si fa anche portavoce di un messaggio durissimo di Gesù (1° gennaio 1988), ancora una volta rivolto ai sacerdoti:
“Voi state calpestando le mie pecore e le portate verso la perdizione! […] Perchè non fate conoscere più la mia dottrina? […]
Questa è l’eredità che vi diedi in consegna: l’eredità, la dottrina da trasmettere a ogni creatura, e non voi prendere da loro e lasciarli come si trovano, o approvando come sono e quello che sono, come sono! Se questa fosse la via giusta, be’ […] l’avrei già percorsa Io stesso e ve l’avrei indicata; e invece Io sono stato ucciso proprio perché la mia dottrina non era la loro dottrina, la mia verità non era la loro verità. […] Ma voi, cosa avete fatto? Avete chiuso la vostra bocca e chiuso le orecchie del mio gregge, cioè del mio popolo! Questo, perché voi non parlate al mio popolo e perché sia sordo e non senta neppure il mio richiamo! Avete chiusa la porta della mia Chiesa, il dolce Ovile da me fondato e a voi consegnato! L’avete chiusa per non entrarvi voi e non farci entrare il mio popolo! Avete chiuso il vostro e il loro cuore per non più amare!”
Il 21 settembre del medesimo anno (1988), Bruno annota nei suoi diari qualcosa di molto preoccupante:
“Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine”.
Va rilevato che già nell’estasi del 28 aprile 1986, quando Cornacchiola si trovava in piazza san Pietro con la Vergine, Ella gli aveva mostrato quanto segue:
“Coloro che hanno ubbidito alla voce di Dio in Gesù Cristo per mezzo del Papa, che è la voce della Chiesa, voce viva nella Chiesa eternamente viva. Tutti nella gloria, osannando; e coloro che non hanno ubbidito, nel buio triste e malinconico. Vedi figlio mio – mi dice la Vergine – anche se chi dà un ordine ti sembra che sbagli, tu sei tenuto a ubbidire, a meno che quest’ordine tocchi la fede, la morale e la carità. Allora no!”
Ma facciamo un ulteriore passo indietro e torniamo ora al 4 giugno 1964, giorno in cui la Madonna comunicò al veggente una richiesta straordinaria, alla quale non è stato dato alcun seguito, probabilmente dispersa negli archivi segreti del Vaticano e presumibilmente ignota anche ai Papi, una richiesta che legherebbe, con ogni evidenza, Bruno Cornacchiola a Suor Lucia dos Santos e le Tre Fontane a Fatima:
“Voglio per tuo tramite far conoscere il mezzo che serve per salvare dal diluvio di fuoco l’umanità, ma sempre dietro ubbidienza e carità. Proprio per mezzo della carità, vera àncora di salvezza, è la Consacrazione di tutto il genere umano al Cuore Divino di Gesù Cristo, mio diletto Figlio, e al mio Cuore Immacolato. TALE CONSACRAZIONE NON SI DEVE FARE CON LA SEPARAZIONE DEI CUORI, MA RESTINO UNITI, QUELLO DI MIO FIGLIO E IL MIO, NELLA UNITA’ DI AMORE. Affinchè tale Consacrazione riesca nella sua validità, e il mondo passi dal profano al divino, deve essere consacrato come ti dico io. La Consacrazione fatta con fede e amore nella carità sarà per l’umanità una vera e reale Transustanziazione Eucaristica, sarete ostie offerte per il bene di tutti i viventi della Terra! Così e solo in tal modo l’umanità LEGALMENTE sarà consacrata, per mezzo di coloro che ne sono i responsabili della vita terrestre. Tale Consacrazione vi farà diventare tutti di Dio, anzi divinizzati nella carità celeste. Questo darà la pace vera al mondo.”
E la Vergine della Rivelazione prosegue ad indicare due diverse modalità per consacrare validamente, che è superfluo riportare qui. Il libro del Gaeta (il quale, ad oggi, rimane l’unico giornalista ad aver letto interamente i diari del Cornacchiola), infatti, contiene moltissime altre notizie estremamente importanti e di rilievo, che soprattutto i sacerdoti dovrebbero conoscere e valutare.
Alcuni pensieri politicamente scorretti e qualche considerazione conclusiva
Ora, soprattutto alla luce della Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria avvenuta nel 2022 per mezzo di Papa Francesco, l’apparizione della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane – accolta favorevolmente dallo stesso Santo Padre Pio XII (che ebbe una parte non indifferente in tutta la vicenda, grazie anche alla Serva di Dio Luigina Sinapi [7]) -, non può non trovare spazio nelle riflessioni della Chiesa odierna.
Occorre tornare quanto prima alle vicende di questa mariofania. Anzi, sarebbe auspicabile e opportuno che finalmente qualche commissione di esperti in mariologia si dedicasse con serietà ad indagare i profondissimi e molteplici contenuti teologici di queste rivelazioni trascurate, forse perchè “imbarazzanti” a causa dei forti richiami ad una vera vita sacerdotale e per le denunce d’apostasia gridate a tutta la Chiesa affinchè torni a Cristo, alla Sua dottrina, al Suo Vangelo, alla Fede! La qual cosa procurò non poche “grane” allo stesso Cornacchiola, la cui vita nell’Ovile santo – destinata fondamentalmente a catechizzare (la S.A.C.R.I è l’opera catechistica da lui fondata e sta per Schiere Arditi Cristo Re Immortale) – non fu certo rose e fiori.
D’altronde, 77 anni fa ormai, l’umile tranviere Bruno Cornacchiola non fu scelto per divenire un fervente apostolo a servizio della Madre di Dio, la quale lo “arruolò” proprio per garantire certa continuità alla buona riuscita dei progetti celesti?
Ricapitolando:
La Vergine della Rivelazione converte un feroce anticlericale avventista che perseguitava la Madonna stessa, la Chiesa e i Sacerdoti; che calpestava quanto di più sacro nella fede cattolica e che intendeva uccidere il Santo Padre Pio XII, credendolo l’Anticristo. L’uomo diverrà, per contro, un confidente di Maria Santissima, prodigandosi incessantemente (fino a perder quasi la voce) soprattutto per i “tre Punti bianchi”: l’Eucaristia, l’Immacolata Madre della Chiesa, la Santità del Padre, cioè il Papa. Questa è l’unica e vera Chiesa!
La Madre di Dio, più volte, parla della Santissima Trinità, del culto dovuto per la gloria della Trinità, tanto che persino i tre colori delle vesti con cui appare al veggente simboleggiano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: oggi, quante volte sentiamo parlare della Santissima Trinità, fondamento dell’unica vera fede? Siamo cristiani cattolici e non crediamo semplicemente in Dio, ma nel Dio Uno e Trino! E’ nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che noi professiamo la nostra Fede. Non predicare più sulla Realtà Trinitaria, ignorare nelle omelie o nelle riflessioni il dogma dell’Amore Trinitario potrebbe essere concausa – se non prima ragione a monte – della lenta ma inesorabile scomparsa del più profondo e ampio concetto di Famiglia.
La Vergine della Rivelazione sembra esortarci a recuperare la teologia trinitaria affinché, conseguentemente, si possa tornare alla piena riaffermazione del valore del coniugio, la cui stabilità e fecondità dimorano nel Fiat Creante, Redimente e Santificante del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ma anche all’importanza delle famiglie religiose e delle più disparate forme di collettività, istituzionali e sociali, davvero sane e salvifiche solo quando ispirate al modello trinitario della Sacra Famiglia e permeate di vera fede.
Rinunciando all’esperienza fondativa a partire da una visione cristocentrica, l’Uomo perde le sue radici e vive non solo come se Dio non ci fosse ma anche come se la Madre di Dio non parlasse, non piangesse, non dimostrasse le sue sollecite premure materne, intervenendo direttamente – in modo straordinario – nelle vicende terrene dell’umanità. Pensiamo soprattutto a Fatima!
L’Eucaristia, poi, è uno dei tre Punti convergenti su cui la Madre della Chiesa spinge la nostra attenzione: chiede maggior attenzione a questo Sacramento – che è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Cristo stesso, in cui è racchiusa tutta la Trinità -, ci richiama a un maggior amore e ci sprona a comunicarci con fervore e non con fredda abitudine, ricordando ai sacerdoti di imboccarci con questo cibo celeste e chiedendo, soprattutto al Clero, di non lasciare solo Gesù nel tabernacolo! Ella chiede ai sacerdoti – a tutti! – l’adorazione eucaristica e avverte che un giorno potrà non essere più creduta la presenza reale di suo Figlio nel Santissimo Sacramento, continuamente dissacrato (leggi qui cosa ebbe a dire Pacelli, il futuro Papa Pio XII)!
Consideriamo, infine, il senso della vera Chiesa che la Madonna vuole ben imprimerci nel cuore: essa si fonda sull’Architrave che è la roccia eterna di Pietro (che la Madonna chiama, in modo nuovo e singolare, la “Santità del Padre”), i cui pilastri sono, in primis, il Culto Eucaristico e, in secundis, l’amore alla Vergine Immacolata (vedi qui il rimando al Sogno delle Due Colonne di San Giovanni Bosco).
La Madre della Chiesa, inoltre, dice espressamente che non si può fare nella Chiesa, la chiesa; e che essa va accettata com’è! Parole forti che sottolineano quanto l’animosa faziosità odierna, calcificatasi in veri e propri partiti religiosi che hanno in comune quanto meno una natura scismatica ed ereticheggiante, non è affatto una benedizione…figurarsi la salvezza della Chiesa o delle anime!
Da qui scaturiscono alcuni concetti fondamentali, oggi ritenuti futili e superati da certo falso ecumenismo che mira a snaturare la Sposa di Cristo e la sua missione, ma che sono la nostra Tradizione: extra Ecclesiam nulla salus, assioma addirittura rafforzato da San Giovanni Paolo II in sine Ecclesia nulla salus (leggi qui), nonostante non si possa affatto escludere l’eventualità che Cristo si adoperi per la salvezza dell’uomo anche per “vie misteriose”, note al giudizio di Dio soltanto. [8]
La centralità della Chiesa per la salvezza è allora oggetto prioritario di queste apparizioni, in cui la Madre di Dio, con sempre più accorate parole, così si esprime:
“Figli, ascoltate la Chiesa, autorità visibile, e con umile ubbidienza servitela nella verità! Contro di essa, Satana non può far nulla, perché è divina; ma contro le anime che vivono in essa può molto; anzi, presenterà il male sotto la veste morale, religiosa, politica e sociale! Verranno colpite le famiglie, specialmente trascinandole nell’indifferentismo e nell’incredulità; oppure a una esagerata forma di pietà devozionale rasentante l’idolatria! [9] Questo è il male dei tempi in cui voi vivete, figli miei cari al nostro Cuore! E’ il male dilagante di ogni male nel tempo passato riunito nel tempo presente sotto ogni forma! Voi avete la terribile responsabilità di scegliere: o Dio o il mondo con tutte le sue mire ingannatrici!” [10]
Ma, oltre a ribadire in cosa consista la Chiesa e una vera appartenenza ad essa (non così scontata, dunque), la Madonna richiama fortemente alla figura essenziale del Papa, che è l’unità visibile della Chiesa, verso cui la Madre di Dio dimostra ogni premura. Basti pensare al suo intervento per salvare Papa Pio XII e per evitare l’assassinio di San Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981 (non a caso, due papi spiccatamente mariani). Più volte Ella ci ingiunge obbedienza alla Santità del Padre e quando, nel 1988, il Cornacchiola sogna il Papa che nega ogni verità di fede, mettendosi al posto di Dio, oggi soltanto se ne può facilmente desumere la ragione: un rifiuto fattivo e generalizzato ad obbedire – prima di tutto interiormente – alla voce dei Papi sulla cui legittimità e autorevolezza nessuno avrebbe dovuto dubitare! Eppure…E’ l’averlo fatto che ha preparato la strada alla situazione odierna; come non esserne convinti e consapevoli?
Attualmente, con la crisi esacerbata e portata al suo culmine dal pontificato bergogliano – a tratti manifestatamente un contro-papato in discontinuità con il magistero perenne della Chiesa e con la dottrina di Cristo -, ben lo vediamo: siamo in piena anarchia!
Pochi ricordano con vera, umile devozione e sottomissione (che è ben altro dal servilismo!) l’eredità dei Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI! Anzi, essi sono avversati e dall’ala modernista e, più ancora forse, da quella cosiddetta tradizionalista! Fazioni diverse che si oppongono e giudicano spietatamente, e senza timore di Dio, l’operato dei Successori di Pietro secondo la Tradizione!
L’unità viene dalla roccia eterna che è Pietro, il cui fondamento è Cristo. Se, al momento presente, ci sentiamo orfani, è segno che ancor di più dobbiamo attingere ai magisteri precedenti, ricordando – insieme a tutti i Papi di Santa Romana Chiesa – che, per noi e per il nostro spicchio di Storia, la Provvidenza ha voluto parlare con le voci insopprimibili di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: chi se ne discosta, in questo tempo di diaspora, a caro prezzo ritroverà la via maestra, la via della verità tutta intera.
A scanso di equivoci e rapidissimamente: anche Papa Francesco ha indubbiamente dei meriti positivi che vanno colti, al di là di qualsivoglia intenzione e risultato. Il più rilevante, a mio avviso, è l’aver puntato l’indice su certo farisaismo dilagante e mai indagato. Questa piaga – che ci rende “sepolcri imbiancati” e che è la prima e più subdola tomba della fede – andrebbe maggiormente sviscerata, essendo di massima utilità metterne a nudo inganni e pericoli.
Se il flagello dell’eresia modernista, covato in seno alla Chiesa, è oggi più facilmente esorcizzabile grazie alla sua piena manifestazione (avvenuta con il pontificato bergogliano), ancora non si levano voci autorevoli contro il forse più recente flagello tradizionalista, il quale non solo vorrebbe cancellare con un colpo di spugna il Concilio Vaticano II – cui la Vergine della Rivelazione fa, non a caso, interessanti accenni – ma attaccarsi alle gonne di un preconciliarismo malsano e ingannevole, snobbando del tutto i Papi che si sono succeduti dopo Pio XII, imponendo una ortodossia autarchica, che soppianta le indicazioni dei pontefici recenti per seguire una propria idea di “tradizione”. Ecco quella “chiesa, nella Chiesa” …
Ed ecco il giro di vite di Traditionis Custodes: il mite e lungimirante Cardinal Robert Sarah non aveva tentato di metterci in guardia più volte da certi eccessi e fondamentalismi?
Mettere alla porta i Papi che non ci aggradano fa di noi dei modernisti, che ci piaccia o no.
E ancora: contestare tutto e incessantemente fa di noi dei “protestanti”.
Non resta che una via, l’unica percorribile: la santità.
I santi soltanto fanno la tradizione e vivono nella Traditio. Non modernismo né tradizionalismo: santità, santità e, ancora una volta, santità! Per chi ama sul serio la Tradizione non dovrebbe essere difficile condividere questo semplice e basilare concetto, sostenendolo in ogni frangente e con chiunque.
La Madonna delle Tre Fontane, in tre casi soltanto, ci indica una necessaria “disobbedienza”: nel caso in cui un ordine – si pensi anche a recenti insegnamenti e proposte sancite in documenti vaticani – possa condurci fuori strada in merito alla fede, alla morale e alla carità.
Unicamente in questi casi, varrebbe allora – in ambito ecclesiale – l’esortazione petrina: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (Atti 5, 29)”. Ovvero: non precetti umani, non tradizioni d’uomini, non ingiunzioni antropocentriche ma vera adesione, sempre e soltanto, allo Spirito di Dio, alle Sue Leggi, al Suo Pensiero, alla Sua Dottrina; alla Tradizione che Egli ha voluto la Sua Chiesa custodisse e tramandasse nella fede dei Padri, anche recenti!
Al relativismo e all’assolutismo pontificio che oggi affligge la Sposa di Cristo, non si possono contrapporre né una fede autoreferenziale e antigerarchica né un ingannevole integralismo di parte.
Non crociate progressiste ma neppure passatiste, dunque; occorre piuttosto una rinnovata adesione all’intero Corpo Mistico che ha un solo Capo, Cristo e un solo Capo della Chiesa, il Santo Padre, il quale – per la sua stessa funzione! – non può fare quello che vuole.
“Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo” (leggi qui). Questo ci ha insegnato Papa Benedetto XVI e su questo binario occorre procedere con la perseveranza dei santi, per professare la fede di sempre, la fede retta della Chiesa, nonostante i fortissimi venti contrari e le tentazioni che si insinuano nei cuori troppo emotivi e sentimentali (“Ogni passione ottunde il giudizio”, insegnava il santo carmelitano San Giovanni della Croce, maestro d’eccezione nella lotta contro le “arti oscure” e gli inganni del demonio) o del tutto razionali e indifferenti.
La Vergine della Rivelazione, apparendo con la Bibbia in mano ha indicato nella Parola di Dio l’unica salvezza risolutiva allo stesso modo della Dottrina di Cristo, che sono i Suoi stessi insegnamenti; insegnamenti non d’uomo ma di quel Dio che s’è fatto carne per redimerci!
Ai piedi della Madonna, quel 12 aprile 1947, Bruno Cornacchiola vi scorge anche un crocifisso spezzato e un drappo nero stracciato, la talare sacerdotale, chiari simboli dell’apostasia che oggi si è manifestata in modo inequivocabile in seno alla stessa Chiesa. La medesima apostasia che imperava nel cuore, nella mente e nella vita del Cornacchiola: egli stesso aveva fatto a pezzi il Crocifisso e “stracciato” talari, uccidendo sacerdoti!
Per questo la Madre di Dio è scesa dal Cielo ad ammonire soprattutto il Clero, affinché si allontani dal mondo, si rivesta dell’abito sacerdotale, si dedichi completamente al culto dell’altare, all’adorazione eucaristica, alla salvezza delle anime, insegnando al Popolo di Dio le verità della fede e svelando loro i piani d’amore di Dio.
Ancora una volta, dopo Fatima e nel solco di una evidente continuità con essa, la Madonna chiama a conversione e penitenza, che – curiosamente – indica soprattutto nell’amore del prossimo. E’ la carità che è venuta a mancare, come il vino alle nozze di Cana; è la carità che vince ed è con la carità che ogni battaglia va combattuta!
Uno dei tre Punti riguarda la stessa Vergine: ci esorta a chiamarla Madre! A non temere, quando ci si rivolge a lei con fiducia, come si farebbe con la propria mamma! Ci esorta, ancora una volta, alla recita – con fede e amore, dice – del Santo Rosario e a consacrarci al Suo Cuore Immacolato. Ma, questa volta, unitamente al Sacro Cuore di Gesù.
Possa e voglia l’Autorità Ecclesiastica indagare, vagliare umilmente e soddisfare quanto prima questa richiesta della Madre di Dio, la quale – con molta semplicità – ci ricorda che il Sacro Cuore di Gesù non è mai disgiunto dal suo, Immacolato, senza attendere gli eventi più drammatici per scoprire con quanta misericordia la Vergine Santissima, per volere di Dio, si era premurata di informarci, istruirci e proteggerci.
Se continueranno a fallire i tentativi di ripararci dall’imminente ira divina per mancanza di una nostra sollecita collaborazione, alla Madonna non resterà che lasciare libero il braccio della Divina Giustizia.
(Occhi Aperti! è lo pseudonimo di una persona realmente esistente)
Note:
[1] Traggo le seguenti notizie bibliografiche e i tratti generali della vicenda dal piccolo libro ad opera delle Missionarie della Divina Rivelazione, “Tre donne unite dalla Vergine della Rivelazione”, la cui prefazione è dell’allora Penitenziere Maggiore (Diacono di S. Paolo alle Tre Fontane), il cardinale Mauro Piacenza. Edizioni Lumen Cordium, 2019. A sua volta, questo agile testo trae dal più completo e imperdibile sull’argomento: “Il Veggente. Il segreto delle Tre Fontane” di Saverio Gaeta, Salani Editore, 2016.
[2] Iolanda, come la già beata Elisabetta Canori Mora, è strumento di bene per la salvezza del marito. Si noti la dinamica delle vicissitudini secondo una vera teologia della famiglia.
[3] Dovremmo molto riflettere su questa scelta radicalizzata del Cornacchiola avventista: è ciò che sta accadendo ad alcuni gruppi cosiddetti tradizionalisti in seno alla Chiesa Cattolica. Come reazione ad un lassismo imperante, si sceglie l’estremo opposto, tradendo però – e, di fatto, abbandonando – il vero Cattolicesimo che esige unità e giammai faziosità.
[4] Curiosamente, solo un anno prima (esattamente il 1 maggio 1946) il Santo Padre Pio XII, che già dall’inizio del suo pontificato sentiva l’ispirazione a proclamare il dogma dell’Assunta, aveva chiesto il parere e le preghiere all’episcopato cattolico proprio a tal proposito e infine incaricato il cardinal Ottaviani di coordinare tutto il meticoloso e prudentissimo lavoro (leggi qui la Proposta di definizione del dogma dell’assunzione della b.v. Maria «Deiparae Virginis» e qui un recente post che accenna a come nasce un dogma).
[5] Da questo paragrafo in poi, salvo diversamente indicato, le citazioni provengono dal già sopra indicato testo di Saverio Gaeta: “Il Veggente. Il segreto delle Tre Fontane”, Salani Editore, 2016.
[6] “La vita della santa Madre Teresa di Calcutta è cambiata radicalmente il giorno in cui, salita sul treno, si è sentita dire da un povero sul marciapiede: «Ho sete!». Quell’invocazione le ha trafitto il cuore e l’ha riportata a Cristo sulla croce. Era Gesù che la supplicava. Da quel giorno si è dedicata totalmente ai più poveri dei poveri, impegnata ad alleviare la loro sete intrisa di miseria provocata dalla povertà e dall’abbandono. Le sono risuonate le parole dette da Gesù alla Samaritana: «Dammi da bere»” (Gv 4,7). – da “Ho sete” di Bruno Scuccato, post scritto il 13.8.2021 su Scuola Apostolica Sacro Cuore.
“Il grido di Gesù sulla croce, “Ho sete” (Gv 19, 28), che esprime la profondità del desiderio di Dio dell’uomo, è penetrato nell’anima di Madre Teresa e ha trovato terreno fertile nel suo cuore. Placare la sete di amore e di anime di Gesù in unione con Maria, Madre di Gesù, era divenuto il solo scopo dell’esistenza di Madre Teresa, e la forza interiore che le faceva superare sé stessa e “andare di fretta” da una parte all’altra del mondo al fine di adoperarsi per la salvezza e la santificazione dei più poveri tra i poveri”, Omelia di Sua Santità Giovanni Paolo II in occasione della Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, il 19.10.2003
[7] La Serva di Dio, Luigina Sinapi vide la Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane il 12 aprile 1937, che le disse: “Esattamente tra dieci anni, tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita la Chiesa e vuole uccidere il Papa…Ora tu va in piazza S. Pietro, troverai una signora vestita così…e le chiederai di condurti da suo fratello Cardinale: porterai a lui il mio messaggio. Da questo luogo, stabilirò a Roma il trono della mia gloria…Inoltre dirai al Cardinale che presto sarà lui il nuovo Papa” (Dal testo già citato in nota [1] che, a sua volta, riprende dal lavoro di Saverio Gaeta).
[8] Se ne accenna proprio in un dialogo in spirito tra Cristo e il Cornacchiola, risalente al 9 gennaio 1986, riportato a pagina 165 del testo del Gaeta, già citato.
[9] Siamo avvisati: la creduloneria è dannosa almeno quanto l’incredulità!
[10] pagine 166-167 de “Il Veggente. Il segreto delle Tre Fontane” di Saverio Gaeta, Salani Editore, 2016
FONTE : IL BLOG DI SABINO PACIOLLA
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