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TRUTH

C’è una fine al peggio? Un mondo migliore? Ma dai…Porfiri.

aurelio porfiri marco tosatti stilum curiae Sep 16, 2023

di Marco Tosatti

Cari amici il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla marea di follia che sembra sommergerci. Buona lettura e condivisione.

C’è una fine al peggio? 

Avrete tutti presente una frase che si sente spesso: “al peggio non c’è mai fine”. Cioè se le cose devono andare male, continueranno sempre a peggiorare. Guardando la situazione attuale nella società, ci si sente quasi autorizzati a porsi la stessa domanda: ci sarà fine a questo peggiorare di tutti i parametri vitali che danno il polso della situazione delle società?

In realtà mi sento di far presente un fenomeno interessante. Avrete notato che ultimamente ci sono varie persone che cercano di far comprendere che alcune cose apparentemente cominciate con buone intenzioni, ora stanno veramente stancando e travalicando i confini leciti di quello che dovrebbe essere accettabile.

Dal (giusto) rispetto delle minoranze si è passato alla dittatura delle minoranze. Si è deciso che la normalità non esiste e che tutto è normale (ma se non esiste perché quest’ansia di normalizzare?).

Si ha paura del fascismo e intanto gli stessi che a parole lo combattono applicano gli stessi metodi coercitivi per impedire a chicchessia di esprimere opinioni difformi.

Eppure, malgrado ci siano sempre più voci fuori dal coro, sembra esistere quasi una regia occulta che impedisce a queste voci di divenire più ascoltate, anche se esse vengono da personaggi che godono una certa fama.

Vorrei fare l’esempio di Woody Allen, che in questi giorni ha espresso perplessità sulle critiche eccessive al presidente della federazione calcio spagnola per il famoso bacio in bocca alla calciatrice.

Ha sbagliato – ha detto Allen – ma non ha bruciato una casa.

Eppure se tu metti questo giudizio del regista e chiudi l’articolo con le accuse a lui rivolte in passato (e da cui mi dicono sia stato prosciolto) è proprio per fare in modo che si sminuisca non solo la persona, ma anche il suo pensiero. Insomma, a parole si lascia esprimere liberamente un’opinione, nei fatti la si uccide prima che possa interrogare le coscienze di coloro che devono sempre rimanere accucciati alla narrativa dominante.

A me fa ridere il fatto che se qualcuno dice che un uomo è un uomo e una donna è una donna si fa un titolo di giornale. Vi sembrerebbe ragionevole un titolo di giornale su qualcuno che dice che per la pasta cacio e pepe ci vuole pecorino e pepe? Dov’è la notizia?

A me sembra che si stia cercando di normalizzare la follia e quei pochi che se ne rendono conto cercano di fare qualcosa. Ma i “guardiani della rivoluzione” hanno affinato le tecniche e fanno in modo che l’unica libertà di opinione che sia consentita è quella loro.

Tutto questo peggiorare a cosa può condurci? Un mondo migliore? Vi sembra questo un mondo migliore? Un mondo dove tutti i valori su cui si reggeva la nostra civilizzazione sono morenti può essere migliore?

È come dire a qualcuno che tutti i suoi organi stanno collassando per cui presto starà meglio. Il mondo costruito sul culto della ragione, purtroppo, sragiona clamorosamente.

FONTE : STILUM CURIAE

 

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