Card. Müller: “È vero: Dio ama tutti. Ma dobbiamo aggiungere: Dio non ama tutto”.
Jan 25, 2024di Stefania Granato
Di seguito la traduzione dell’omelia del Card. Gerhard Müller, tenuta a Roma il 21 gennaio 2024 in occasione della festa patronale della Chiesa di Sant’Agnese in Agone di cui è titolare, pubblicata per gentile concessione di S.E. sulla rivista cattolica di lingua tedesca Kath.net.
La traduzione è a cura di Stefania Granato.
“È vero: Dio ama tutti. Ma dobbiamo aggiungere: Dio non ama tutto”.
L’atea ideologia gender rende i giovani insicuri della loro identità e “li seduce a mutilare i loro corpi in cambio di molto denaro”.
La critica degli ebrei e dei cristiani al politeismo antico non consiste tanto nel fatto che i pagani rivolgessero il loro sguardo verso un potere superiore, quanto che adorassero come divinità le creature anziché l’unico e vero Dio. Sebbene ogni essere umano sia in grado di distinguere con la propria ragione la potenza e l’essenza eterna di Dio dalle opere della creazione, molte persone si sono tuttavia lasciate sedurre dal fascino del mondo, della ricchezza, del potere e della fama. Paolo riassume tale tragedia all’inizio della sua Lettera ai Romani: “hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore” (Rm 1,25).
In un mondo nichilista in cui il motto è: “Mangiamo e beviamo, perché domani siamo morti” (1 Cor 15,32), l’ideale ascetico e sacrificale della vita cristiana appare come la stoffa rossa su cui il toro del puro godimento della vita si avventa con furia selvaggia. Quello che nel mondo antico era il culto degli idoli, oggi è il culto della personalità dei ricchi, dei belli e dei potenti. Ma anche per i frivoli oligarchi e le arroganti élite del Nuovo Ordine Mondiale e dell’Agenda 2030, la verità è che la gloria del mondo passerà e tutti gli uomini un giorno dovranno morire. Le vicende criminali del banchiere americano Jeffrey Epstein e dei suoi influenti amici, che sono state taciute dalla stampa tradizionale, dimostrano la menzogna mortale del nuovo paganesimo, che può essere smascherata e vinta solo dalla verità di Dio “perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore“. (Rm 6,23)
Se questa Parola della Scrittura è vera, allora la conclusione è: nessun sacerdote di Cristo può benedire nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo un peccato che è diretto contro la natura dell’uomo creato da Dio. È vero: Dio ama tutti. Ma dobbiamo aggiungere: Dio non ama tutto, ma odia il peccato, perché ci trascina alla morte eterna. Per questo motivo non dobbiamo interpretare l’amore divino secondo gli interessi umani, ma piuttosto come manifestazione della sua misericordia attraverso Gesù Cristo. Dio stesso ci rivela la ragione e il senso del suo amore per i peccatori come unica via di salvezza: “Com’è vero ch’io vivo – oracolo del Signore Dio – io non godo della morte dell’empio, ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva” (Ez 33,11; cfr. Ger 31,20).
Sant’Agnese, che oggi veneriamo, fu una martire cristiana durante le ultime fasi della persecuzione nell’Impero Romano. Questa vergine e martire è l’ideale della nuova vita in Dio, nostro Creatore e Redentore. Non abbiamo bisogno di un idolo sessuale del vecchio e nuovo paganesimo come oggetto del nostro desiderio per anestetizzare il sentimento nichilista dell’assenza Dio. In tutto il mondo, i cattolici ammirano la dodicenne romana per il suo eroismo e la celebrano come Santa e paladina della gioventù cristiana. A proposito della sua morte offerta a Dio, il grande padre della Chiesa Sant’Ambrogio disse: “In questo unico sacrificio, dunque, si ha un duplice martirio, quello della verginità e quello del culto per Dio: ella rimase vergine e ricevette la corona del martirio“. (De virg. II, 9).
La vera adorazione di Dio e l’autentica castità della mente e del corpo sono reciprocamente dipendenti. L’adorazione degli idoli del sesso, del denaro e del potere ha – come spiega l’Apostolo – una conseguenza autodistruttiva per il nostro pensiero e per il nostro comportamento e porterà inevitabilmente alla morte mentale e spirituale:
“Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa” (Rm 1,26-32). È questa l’esistenza priva di senso che i “senza Dio” sono costretti a vivere sotto il dominio degli dei di questo mondo.
La castità come virtù cristiana, che nasce dall’adorazione dell’unico e vero Dio come Creatore e autore della nostra vita, significa riconoscere il significato positivo della corporeità in generale e della sessualità maschile e femminile in particolare. Dio ha creato gli esseri umani come uomo e donna. Essi sono stati benedetti in Cristo con tutte le benedizioni del suo Spirito, affinché nell’amore coniugale possano manifestare il Suo amore e trasmettere la vita nella successione delle generazioni nel reciproco amore di genitori e figli. In questo modo, coniugi e genitori cooperano alla volontà salvifica universale di Dio, “predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo“. (Ef 1,5).
La prova della misantropia del nuovo paganesimo si ha quando l’ideologia atea del gender confonde i giovani sulla loro identità maschile o femminile e quando vengono sedotti dalle aziende mediche a mutilare i loro corpi in cambio di molto denaro. Non ci vuole una grande arguzia per capire la perfida propaganda che maschera eufemisticamente come “libera scelta di genere” questi crimini contro l’umanità.
In realtà, l’essere umano è un’unità naturale di anima e corpo. Accettando con gioia il sì sincero che il Creatore ha rivolto alla mia esistenza spirituale e fisica nello spazio e nel tempo, posso anche accettare me stesso. Sono una creatura di Dio, sono un figlio o una figlia del Padre, sono un fratello o una sorella dell’unigenito Figlio di Dio Gesù Cristo e sono un amico o un’amica dello Spirito Santo.
La morale cristiana, e in particolare il 6° e il 9° comandamento “Non commettere adulterio” e “Non commettere atti impuri“, non hanno nulla a che fare con l’addomesticamento dell’animale selvatico che è in noi o con i nostri istinti controllati dalla ragione pratica. Tutti i comandamenti che riguardano il rapporto dell’uomo con se stesso e con i suoi simili sono incentrati sull’amore reciproco. L’amore rende l’uomo perfetto, sia che viva volontariamente secondo il suo carisma nel celibato per il Regno dei Cieli, sia che viva secondo la vocazione divina nel matrimonio. “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione” (1 Tess 4, 3-7).
Che Sant’Agnese ci aiuti a discernere la verità di Dio e le menzogne del nuovo paganesimo, e in particolare affidiamo alla sua intercessione i bambini e i giovani, affinché possano gioire della loro natura e diventare buoni cristiani.
Sant’Agnese, sii un esempio per i nostri bambini e giovani e prega per loro Dio nostro Signore. Amen.
+Card. Gerhard L. Müller
FONTE : Il Blog di Sabino Paciolla
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