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Gesù Cristo non è inclusivo, ma universale

cristianesimo emanuele gavi religione vangelo Dec 31, 2022

Egregio Direttore,

ma quanto era severo Nostro Signore? Ci ha mai pensato?

Da anni in Occidente si cerca di eliminare il cristianesimo dalla scena pubblica, per esempio cancellando il termine “Natale” da documenti e discorsi, con la scusa dell’inclusione di chi cristiano non è. Che c’è da stupirsi? Questa famosa inclusione non è inclusiva, così come la presunta tolleranza è intollerante, la sedicente accoglienza è tutto fuorché accogliente. Si accetta solo chi la pensa in modo accettabile, così come è sempre stato, da che mondo è mondo. Provi Lei ad andare da chi si professa “tollerante e pro accoglienza” e dirgli: “Siccome sei tollerante non ho paura di esprimere il mio parere davanti a te, anche se so di avere opinioni diverse dalle tue: secondo me le frontiere del nostro paese vanno chiuse”. Vediamo la reazione. Posso immaginare quanto sarà tollerante e accogliente.

In realtà il politicamente corretto non nasce con l’intento di non offendere nessuno, ma ha l’obiettivo di estirpare il cristianesimo dalla società. Tant’è vero che non si può esporre un presepe a scuola, per non offendere i credenti di altre religioni (come se la nascita di un bimbo in una stalla potesse offendere qualcuno), ma si può urinare impunemente sopra i gradini di un altare in chiesa! E i cristiani non si devono risentire, perché si tratta di “libertà di espressione”: lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU).

Tuttavia va ricordato, per amore di verità, che neppure Gesù Cristo era inclusivo. Non era affatto un campione del “volesome bene” così come ci viene dipinto da quel mondo che giustamente lo esclude e perseguita i suoi seguaci (quelli veri). Dico “giustamente” perché si tratta di una semplice reazione alla predicazione di Gesù. Il quale non sosteneva l’accoglienza indiscriminata, né la tolleranza: perché il mondo non dovrebbe ripagarlo con la stessa moneta? Lo dice Lui stesso: “Il mondo… odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive” (Gv 7, 7). Insomma, il mondo lo odia perché Gesù è uno che rompe le scatole. Lo sappiamo bene noi professori: chi vuole insegnare deve rimproverare, e chi rimprovera risulta come minimo seccante. La gente si offende, quando le si fa notare un errore. È nell'ordine delle cose. Si offende, si irrita, a volte comincia a odiare: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me” (Gv 15, 18).

Caro Direttore, si è mai chiesto perché Gesù sia stato ingiustamente messo in croce, cioè condannato a una morte lenta e dolorosissima, se era così dolce e pacioccone com'è il santino che va per la maggiore oggi? Ed è stato condannato a morte col concorso di tanti, di quel popolo che gli ha preferito Barabba. È evidente che “il mondo lo odiava”, ma perché tanto odio? Forse perché Nostro Signore nel suo insegnamento era severissimo? Provi a prendere il Vangelo e a cercare quante volte Gesù usa l’espressione “Guai a voi!” per rimproverare farisei, scribi e dottori della Legge (per esempio in Mt 23 e in Lc 11). Secondo Lei non dovevano offendersi, questi signori, quando Gesù li paragona a delle tombe, dicendo loro “Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo” (Lc 11, 44)? E ancora, con una notevole violenza espressiva: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume” (Mt 23, 27). Giustamente, tra coloro che sono bersaglio delle invettive di Nostro Signore, uno interviene e Gli fa notare: “Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi” (Lc 11, 45). E Gesù rincara la dose: “Guai anche a voi…!” Evidentemente non si proponeva di non offendere nessuno, e nemmeno di non farsi dei nemici.

Un esempio ulteriore della severità con cui Cristo ammoniva i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo lo troviamo in Mt 21, 43-44: “Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato”. E in Lc 20, 18: “Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato”. Come dice, Direttore? Certo che sono sicuro che queste frasi si trovano nel Vangelo. Sì, quello compreso nella Bibbia CEI, l’ultima traduzione risalente al 2008: ho fatto copia e incolla. Se la brutalità dell’immagine della pietra, dei corpi che finiscono sfracellati o stritolati da essa, stride con l’idea che abbiamo di Gesù e del Suo messaggio, forse è quest’idea che dobbiamo cambiare, e non il Vangelo, omettendo dei versetti o mo-di-fi-can-do-li (vedi nel Padre Nostro il sacrosanto, perché insegnato da Gesù Cristo in Mt 6, 13, “non indurci in tentazione”, altrimenti traducibile con un più chiaro “non metterci alla prova”, contro il “non abbandonarci alla tentazione”, che non ha riscontri nel testo: ho controllato sul Nestle-Aland, l’edizione critica in greco).

Né si deve pensare che Nostro Signore se la prendesse solamente con le alte sfere, o con quei mercanti che trovò a trafficare nel tempio e prese a frustate (sì, proprio a frustate: l’episodio è narrato in tutti e quattro i Vangeli, ma il particolare si trova in Gv 2, 15). Gesù ne ha per tutti. In effetti la tolleranza potrebbe essere una virtù solamente in un mondo in cui tutti fossero buoni, magari un po’ distratti ma buoni. Invece esiste il peccato originale, per cui Gesù sa bene che siamo tutti cattivi: “Nessuno è buono, se non Dio solo” (Lc 18, 19). E visto che tendiamo a dimenticarcene, ce lo ricorda a più riprese. Innanzitutto ci esorta alla conversione (Mt 4, 17: “Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»”). Ora, se abbiamo bisogno di convertirci vuol dire che non siamo proprio a posto. Inoltre ci apostrofa con epiteti espliciti e inequivocabili: “Dio… non farà molto di più per voi, gente di poca fede?” (Mt 6, 30); “Se voi, dunque, che siete cattivi…” (Mt 7, 11). E siccome siamo duri di comprendonio, a un certo punto sbotta: “O generazione incredula e perversa!... Fino a quando dovrò sopportarvi?” (Mt 17, 17; anche in Lc 9,41). Decisamente Gesù non era molto diplomatico: “Voi fate le opere del padre vostro”, “Voi avete per padre il diavolo” (Gv 8, 41 e 44). E potremmo andare avanti con gli esempi.

Dunque la verità è che Gesù dava fastidio eccome, e i suoi discepoli pure, allora come oggi. Che c’è da stupirsi se c’è chi vuole cancellare la parola “Christmas”, che contiene il nome “Christ”? E ricordiamoci che escludere Cristo dalla vita pubblica equivale, sul lungo periodo, a eliminare il cristianesimo dalla faccia della terra. Lo hanno chiaro in mente, i figli delle tenebre: per loro si tratta solo di portare pazienza. E coloro che perseguono questo fine con il pretesto dell’inclusione, sono gli stessi che snaturano il Vangelo presentandoci un Gesù antistorico, tutto bontà e pacatezza. In realtà è parimenti falso che il nostro mondo sia accogliente e che lo fosse Nostro Signore.

Gesù non era inclusivo: è venuto nel mondo per salvarci dalla morte e dall'inferno, ma non ha mai detto né che tutti si salveranno né che sia facile entrare in paradiso. Anzi: ha insegnato esattamente l’opposto! Vediamo: “Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7, 14). E ancora: “Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!” (Mc 10, 24). La porta è stretta, entrarvi è difficile e riesce a pochi. Salvarsi non è certo automatico, come si vorrebbe oggi anche dentro la Chiesa, ma richiede uno sforzo: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (Lc 13, 24).

E tutti quelli che non ce la fanno? Le loro anime scompariranno come per magia, secondo quanto Eugenio Scalfari riferì che gli avrebbe detto niente meno che il suo amico papa Bergoglio? Anche in questo caso basta fare una breve ricerca nel testo dei quattro Vangeli, digitando l’espressione “pianto e stridore di denti”, riportata ben sette volte. Per esempio: “Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti” (Mt 13, 49-50). Dunque l’inferno non è vuoto, ma vi si trovano coloro che hanno scelto la via del male, e per questo soffriranno per sempre (al dolore si mescolerà la rabbia, l’odio, se così va inteso il digrignare di denti). Qualcuno ha ancora dei dubbi sulla condanna eterna dei malvagi? “Viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv 5, 28-29). E chi pensa che c’è sempre tempo per convertirsi è avvertito: “Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato”; “Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati” (Gv 8, 21 e 24).

Certo, Gesù è venuto per salvarci dalla morte, non per condannarci, ma questo non significa che non ci saranno condanne: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno” (Gv 12, 47-48). Né c’è da stupirsi che anche dentro la Chiesa ci sia chi predica un Gesù tutto misericordia e che salverà tutti a prescindere. Nostro Signore ci ha messo in guardia più volte contro i “falsi profeti”. Ad esempio: “Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti” (Mc 13, 21-22).

E le porte aperte, il dialogo? Nulla di tutto questo si trova nel Vangelo. Che comincia, come abbiamo detto, con l’invito (pressante) alla conversione, e finisce con l’invio degli apostoli nel mondo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20).

Gesù non è inclusivo, dunque, ma cattolico, che in greco significa “universale”. È venuto a chiamare tutti, a salvare tutti. Tutti, indipendentemente da sesso, colore della pelle, condizione sociale o livello di cultura. Una vera rivoluzione per la società antica, ma c’è un ma. Tutti gli uomini si possono salvare, ma si salveranno solo coloro che credono e seguono i Suoi comandamenti: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15-16). Gli altri saranno esclusi, e la cosa non sarà affatto piacevole o indolore. La misericordia? Il Vangelo è la rivelazione della misericordia di Dio verso i peccatori, certo, ma l’accoglienza di tale misericordia esige da parte nostra il riconoscimento delle nostre colpe (così il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1846-1847). La misericordia di Dio è rivolta verso il peccatore che la cerca, pentendosi, non verso quello che la respinge. Presumere di ottenere il perdono divino senza conversione è proprio uno dei modi per finire dritti all'inferno (CCC, n. 2092).

Egregio Direttore, se questi concetti Le sembrano un po’ troppo preconciliari, Le ricordo che in effetti Gesù era preconciliare, e di ben millenovecentosessant’anni. Era severo, universale, preconciliare ed eterno come il Suo Vangelo, a cui sarà bene ritornare, o leggerlo per la prima volta se non lo si è mai fatto. Perché è un libro che ha un fascino unico, quello della Parola di Dio, capace di cambiare per sempre la nostra vita.

Cordiali saluti

Emanuele Gavi

FONTE: https://lettereanessungiornale.com/2022/12/29/gesu-cristo-non-e-inclusivo-ma-universale/

 

 

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