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Gotti Tedeschi, Lettera Aperta al card. Ouellet. Fede Cristiana come Malattia Mentale?

ettore gotti tedeschi marco tosatti stilum curiae Jan 27, 2024

di Marco Tosatti

Cari amici , riceviamo, e ben volentieri pubblichiamo, questo messaggio ricevuto dal prof. Ettore Gotti Tedeschi. Buona lettura e diffusione.

Caro Tosatti, ho letto sulla NBQ il commento di Roberto Marchesini alla intervista che il Card. Ouellet ha rilasciato a COMMUNIO. Desidero qui aggiungere due righe, rivolte a Sua Eminenza:

Eminenza Reverendissima, Card. Ouellet, la prego rifletta su quanto le scrivo con stima, affetto e soprattutto con rispetto.

Da molto tempo, io penso proprio il contrario di quanto ho inteso di quello che Lei ha detto nella intervista (pertanto mi scuso se ho mal inteso). Questo è proprio il tempo del Cristianesimo (cattolicesimo) vissuto , è il tempo di riaffermarlo, perché oggi più che mai è necessario, mai come oggi abbiamo avuto bisogno del cattolicesimo vissuto. Mi conceda l’enfasi, oggi, proprio oggi, è necessario confermare, vivere e diffondere la fede e le Verità cattoliche. Ma niente affatto,” NONOSTANTE “ il mondo ostile, bensì “ PROPRIO “perché il mondo sembra essergli ostile.(Come mai il mondo è diventato così ostile verso chi ha creato la Civiltà, che è Cristiana ? Solo perché afferma il concetto di “sacro “ ? Questa è una domanda che tutti dovremmo porci per intendere la differenza tra “nonostante e proprio “.). E ciò non solo per il bene nostro, della Santa Chiesa cattolica apostolica, ma, attenzione1, per la salvezza della stessa Civiltà, fino a ieri occidentale, oggi globale.

Il cristianesimo, che ha “conquistato” i dominatori romani, poi i cosiddetti barbari europei, poi ha evangelizzato l’intera Europa, infine quai tutto il mondo intero, non è mai stato esclusivista, avrebbe fallito subito se lo fosse stato. Ma non solo, sempre ha saputo innovarsi e produrre il vero progresso sostenibile (sempre per affermare la Verità). Si pensi alla Scuola di Salamanca. Essa sorse  durante il Concilio di Trento, per reagire alla Riforma Protestante,ben più forte e potente allora dell’avvento della Intelligenza Artificiale o della Laicizzazione di oggi. La Scuola di Salamanca, composta da teologi gesuiti e domenicani, seppe persino mettere le basi della moderna scienza economica (così importante per la crescita della civiltà), come ha riconosciuto il grande economista Joseph Schumpeter. Ma pensi Eminenza, persino Galileo Galilei apprese dalla Scuola alcuni metodi di calcolo scientifico. Se si fosse deciso che il cristianesimo era finito e si doveva diventare tutti protestanti, oggi vivremmo la separazione fede-opere e vivremmo ancora oggi il marxismo, frutto degli eccessi capitalistici del mondo riformato.

La (cattolica) Scuola di Salamanca invece  seppe adattare il diritto, l’economia, la filosofia ai tempi, senza mai snaturare le Verità. Mai pensò e disse che, dato il Protestantesimo, si doveva accettare il pluralismo, ma disse che si doveva cercare di esser più e meglio cristiani “nonostante “ i tempi della Riforma. Proprio perché c’era stata la Riforma, si decise di riaffermare la Verità.  Questo è il “riposizionamento” che lei certamente auspica per trasmettere quella eredità culturale e spirituale che ha generato e fatto crescere la nostra Civiltà Occidentale, che è cristiana.

Ma se oggi il cristiano è estraneo a questo cosiddetto mondo globale ed è accolto con indifferenza e persino ostilità, ciò è successo perché non è stato realmente “cattolico”, non ha avuto coraggio e, probabilmente non ha avuto i “pastori “ adeguati (cioè Santi, la crisi che oggi lamentiamo è solo una crisi di Santità, riconosciamolo, e il conflitto in corso non è culturale, è spirituale,no ?). Lei parla di cambiamento epocale che pretende il pluralismo come elemento costitutivo. Ma come ? son più di cinquant’anni che chi governa(o credeva di governare) il mondo globale si sforza di creare omogeneità culturale, sociale, economica, (magari cercando di relativizzare un “pochino” le fedi dogmatiche …) proprio per ridimensionare nei fatti le diversità pluralistiche, perché considerate identitarie . Vede Eminenza,  il pluralismo, così inteso, come elemento costitutivo di una epoca presenta taluni rischi per la civiltà. Il confronto fra civiltà pluraliste (se manca il fondamento della Fede quale vero elemento costitutivo) può equivalere al confronto fra diverse economie sul mercato.Vince quella più competitiva, ma non significa che la più competitiva sia la migliore per l’essere umano. Molto spesso sul mercato (grazie al consumismo) vince la peggior forma di economia(per esempio a bassissimo costo e fortemente inquinante), come ricorda la Legge di Gresham (teorizzata dal banchiere inglese T. Gresham nel XVI sec.), che dice che la moneta cattiva scaccia quella buona, ma non perché la buona viene tesaurizzata, ma solo perché la cattiva si fonda su vantaggi insostenibili, falsi e sleali nei confronti dell’uomo. Civiltà ed economia son legate indissolubilmente da qualche centinaio di anni…

A rischio pertanto, oggi, non c’è solo la Civiltà cristiana, ma persino lo stesso concetto di Umanità, su cui si fonda il valore della civiltà. Se il valore di umanità è quello della Genesi e l’uomo è figlio di Dio, la civiltà (che è il risultato della umanità vissuta) valorizzerà anzitutto l’uomo, anche nelle sue opere. Se il valore della umanità si riferisce ad un bacillo sfuggito alla regole della evoluzione,ed in più viene considerato cancro della natura che danneggia l’ambiente, quale valore avrà mai la creatura umana,se non quella di essere destinata al ridimensionamento e alla auto cancellazione. E conseguentemente quale valore della vita stessa ?

Considerare finita la civiltà cristiana, considerando finita l’era del cristianesimo, oltre che essere la fine della civiltà, presenta anche un piccolo rischio in più per chi pretende di sostenerla anche camuffandola, presuppone la fine della Umanità e del valore della vita. Tra non molto, se accettiamo questi presupposti, avere fede religiosa (cristiana) sarà considerato una malattia mentale. E come tale curata.

FONTE : STILUM CURIAE

 

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