IL VASO DI PANDORA
Aug 01, 2024di Silvana De Mari
Il Vaso di Pandora è un modo di dire che nasce dalla mitologia greca: lo si apriva e tutti mali si riversavano nel mondo. Scoperchiare il Vaso di Pandora vuol dire parlare di qualcosa che, se appurato, scatenerebbe un terribile subbuglio, un tale scompiglio da mettere in crisi un sistema. Il rapporto tra autismo e vaccini è una fantasticheria? L’autismo sta aumentando in maniera esponenziale, quasi sconosciuto all’inizio del secolo scorso, ora in alcune sciagurate contrade arriva a un caso ogni 40 bambini. Per quale incredibile motivo i pediatri e le società di pediatria non stanno usando tutto il loro tempo e la loro energia per cercare di capire le cause dell’aumento dell’autismo? C’è quasi una ritrosia, come se si fosse terrorizzati dal rischio di scoperchiare il Vaso di Pandora. I grandi accusati, se non altro per banali motivi statistici, sono le vaccinazioni a tappeto, in particolare le polivalenti, i vaccini coltivati su cellule di feto umano per il rischio ci contaminazioni con DNA umano (morbillo, e quindi la trivalente MMA, morbillo parotite rosolia), i cosiddetti vaccini coniugati, e il glifosato. Per motivi di prudenza non bisognerebbe immediatamente sospendere le vaccinazioni e vietare il glifosato? Per motivi di prudenza occorrerebbe somministrare i vaccini uno alla volta, separati da almeno un mese di distanza e dopo aver verificato che il bambino sia stato in ottima salute nelle quattro settimane precedenti la inoculazione. Per motivi di prudenza non si dovrebbero vaccinare bambini con microcefalia, precedenti di convulsioni, anamnesi familiare positiva per autismo. I bambini delle popolazioni che non vaccinano hanno tassi di autismo bassissimi: per esempio gli Amish negli Stati Uniti e i bambini dei campi nomadi in Italia, non sono vaccinati contro niente, e tra l’altro non abbiamo registrato ecatombi per tetano, morbillo, difterite o pertosse. Ci spiegano che chiunque affermi che ci sia una correlazione è un analfabeta e/o un completo idiota che vuole che i bambini muoiano come mosche senza vaccini.
Senza vaccini i bambini non muoiono. Un bambino ben nutrito con un sistema immunitario normale è in grado di tenere testa a malattie che erano temibili nella prima metà del secolo scorso, ma non più ora. I genitori disperati che mostrano sul cellulare il video del bambino prima e dopo la polivalente, allegro e normale prima, chiuso e immobile dopo, sono trattati da aspiranti profittatori. L’autismo come possibile effetto collaterale è serenamente indicato sulla scheda tecnica del vaccino Tripedia (tetano, difterite pertosse), insieme ad altre patologie come encefalite, porpora trombocitopenica e morte improvvisa del lattante. Chiunque affermi quindi che non ci sia né ci possa essere un qualche rapporto tra vaccini e autismo è disinformato. Ci spiegano che è stato scritto su foglietto illustrativo per precauzione, perché si sono verificati casi dopo l’inoculazione di questo vaccino, non perché sia stata dimostrata scientificamente la correlazione. Il fatto che dopo l’inoculazione si siano verificati casi di patologie terrificanti mi sembra parecchio inquietante. Vorrei aggiungere che il 50% delle morti in culla avviene entro la settimana successiva ad una inoculazione vaccinale. Un altro dato indicativo ci dice che durante il Lock Down si sono fatte pochissime vaccinazioni e il numero delle morti in culla è diminuito. E, soprattutto, il fatto che qualcosa non sia stato “dimostrato scientificamente” non vuol dire che sia falso. “Dimostrato scientificamente”, è una dizione che si può usare solo dove è stato possibile fare studi in doppio cieco oppure studi su correlazioni citologiche e biochimiche. Se questi studi non sono finanziati da nessuno, non possono essere fatti. Chi dovrebbe finanziarli? Oggi sono solo le case farmaceutiche che finanziano gli studi. Si ipotizza in più di un articolo una correlazione tra i vaccini detti coniugati e l'autismo. Dato che la regressione autistica potrebbe essere favorita in caso di crisi epilettiche o familiarità si consiglia in questo caso un calendario vaccinale estremamente prudente. Molti autori consigliano sempre l’inoculazione di un solo vaccino alla volta. Molti studi hanno dimostrato che alcuni vaccini causano demielinizzazione, la perdita di mielina delle fibre nervose. Nel suo libro How to End the Autism Epidemy, J.B. Handley riporta studi che collegano i vaccini all’autismo attraverso un fenomeno di attivazione di stimolazione immunitaria, immune activation events, altri studi imputano il disastro ai sali di alluminio presenti nei vaccini. Il punto fondamentale è un altro.
Per un principio di prudenza i vaccini dovrebbero poter essere somministrati solo dopo che è stato scientificamente dimostrato che non può esserci correlazione tra la somministrazione di vaccini e l’autismo. La frase che questa correlazione non è scientificamente dimostrata, potrebbe voler dire solo che nessuno ha tirato fuori i fondi necessari per fare gli studi. La frase senza la quale i vaccini non dovrebbero poter essere somministrati, soprattutto in maniera obbligatoria, è ”è stato scientificamente dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che per nessun motivo e per nessuna sfortunata serie di sfortunati eventi, si può instaurare una sindrome di tipo autistico in conseguenza a una somministrazione di vaccini”. Fino a quando questa frase non sarà scritta sulle schede tecniche dei vaccini, non possono essere obbligatori. Secondo il premio Nobel Luc Montagner la tachipirina somministrata dopo i vaccini può favorire l’autismo, abbattendo il glutatione. Un altro disastro. Parlare di effetti collaterali dei vaccini vuol dire aprire il vaso di Pandora. Quanti risarcimenti verrebbero chiesti agli stati e alle case farmaceutiche? Per inciso, perché vacciniamo contro tetano, difterite e pertosse? Chi ce lo fa fare?
Cominciamo dalla difterite. La risposta standard è: per due motivi, perché la difterite è una malattia mortale e il vaccino la previene. La difterite era una malattia mortale nella prima metà del secolo scorso, ora siamo in grado di curarla, e il vaccino NON la previene. Lo studio più completo sull’incidenza nulla che la vaccinazione antidifterica ha sull’andamento della malattia è quello del 1954 del dottor Robert Rendu ex vicedirettore di clinica della facoltà di medicina di Lione. Ha messo in evidenza come dopo l’acme degli anni ’20 e 30, il declino della difterite è sensazionale. Questa spettacolare regressione è coincisa con l’estensione della vaccinazione, dando l’impressione che ne fosse una conseguenza. Se si analizzano attentamente i dati con gruppi di controllo, però, ci si rende conto che non è vero, la difterite è diminuita nella stessa maniera dove si vaccinava e dove non si vaccinava. L’esempio migliore in Svizzera. Il cantone di Ginevra ha reso la vaccinazione obbligatoria nel ‘32, quello di Vaud, contiguo, nel ‘44 e nei dodici anni in cui un cantone era vaccinato e l’altro no, i dati sono sovrapponibili, dimostrando l’assoluta inutilità della vaccinazione. Supponendo che non ci siano stati effetti avversi, vaccinare è stato comunque di uno spreco di denaro pubblico. Il cantone che non vaccinava ha avuto gli stessi dati. Quindi ci si aspetterebbe che il cantone di Ginevra togliesse la vaccinazione. E invece no: il cantone di Vaud ha messo obbligatoria una vaccinazione la cui inutilità era stata dimostrata per 12 anni. A Berlino dopo l’abbandono della vaccinazione la mortalità per difterite è diminuita più che in altre capitali dove si vaccinava. Ripeto la domanda: ma chi ha mai dimostrato che la vaccinazione antidifterica previene la difterite? I dati dove sono? In Giappone la campagna di vaccinazione cominciata nell’ottobre 1948 fu sospesa nel 1949 dopo una quarantina di incidenti mortali (vuol dire 40 bambini morti, quaranta bambini sani che sono morti). e fu ripresa nel 1950, ma per fortuna c’era poco vaccino ed hanno vaccinato pochi bambini. In Giappone la malattia è praticamente eradicata.
Anche parlare della inutilità dei vaccini vuol dire aprire il vaso di Pandora. La vaccinazione antidifterica ha causato una strage a Gruaro, nel 1933, quando cioè la malattia già stava scomparendo spontaneamente ovunque. Si è trattato di una vaccinazione sperimentale e obbligatoria, i bambini dei contadini poveri di Gruaro hanno fatto da cavie. Ne sono morti 28. su 250, più del 10 %, e altri hanno subito danni irreversibili. I morti sono stati solo 28 perché ci fu un medico coraggioso che rifiutò di eseguire gli ordini, il dottor Sergio Borellini, il medico condotto, che al tempo operava tra Giussago e Lugugnana, seppe resistere agli ordini perentori del regime fascista. Grazie a lui i bambini inoculati furono solo 500 mentre avrebbe dovuto essere alcune migliaia. Il dottor Borellini ebbe la carriera distrutta.
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