Il vizio dell’ingiustizia
Apr 14, 2022di Silvana De Mari
Tra i vizi più sgradevoli della nostra epoca, ma forse il termine corretto indecenti, c’è la completa perdita del senso di giustizia, più pudicamente detto doppio pesismo.
Il fatto che lo stesso episodio sia giudicato in maniera completamente diversa a seconda di chi lo compie, è caratteristica di tutta la storia umana. Il padrone poteva picchiare e umiliare il servo non succedeva il contrario, I nobili potevano prendersi delle libertà sulle figlie del popolo senza subire nessuna delle punizioni che avrebbero travolto i figli del popolo se si fossero permessi qualcosa di analogo sulle figlie della nobiltà.
I nobili avevano diritti che i poveri non avevano. Questa era la regola, e dato che era regola giuridica, ci si risparmiava tutta la propaganda. La legge stabiliva due pesi e due misure, oppure innumerevoli pesi innumerevoli misure come per le caste in India.
Noi invece abbiamo interiorizzato che pare brutto. La legge è uguale per tutti è scritto nelle aule di tribunale dove periodicamente mi processano. La battuta è vecchia ma fa sempre sorridere. Dato però che noi siamo “ migliori “ dei nostri antenati, ufficialmente divisi in nobili e plebe, le violazioni della regola della giustizia uguale per tutti, vengono accompagnate da un terrificante battage pubblicitario che spiega quanto scientificamente sia cattivo il colpevole antipatico.
In parole povere: i dispotismi scrivono virilmente l’ingiustizia nella legge, non è bello ma se ne assumono la responsabilità. Il dispotismo punisce e schiaccia chi gli antipatico. Le cosiddette democrazie fingono equanimità, e applicano invece il controllo dell’opinione pubblica, manovrata da un linciaggio mediatico che demonizza il reprobo.
Pochi giorni fa una giovane donna italiana è stata stuprata in un cimitero da un cittadino di origine nigeriana che era già stato incriminato per un reato identico, tutto questo nella serenità generale. È uno stupro di gravità alta, perché si è accompagnato alla paura di essere ferita o soppressa, è stato aggravato da percosse. A nessuno è importato un accidente.
Secondo il Viminale, il 39% delle violenze è compiuto da uomini stranieri, che sono meno del 9 % della popolazione, e come documentato anche all’estero Una situazione grave, che accomuna l’Italia ad altri Paesi europei. Come ha dimostrato nel saggio France Orange mécanique Laurent Obertone , si tratta di aggressioni spesso accompagnate da lesioni anche gravi, che hanno la violenza dello stupro etnico. Nel capodanno 2022 in Italia come a Colonia nel 2016 cittadini di origine extraeuropea, spesso teoricamente europei da una i più generazioni, hanno commesso atti che sono riconducibili più allo stupro etnico ( più odio, più disprezzo, più aggressioni di gruppo, più ferocia, più lesioni) che non alla criminalità individuale.
A questa criminalità si è aggiunta quella della mafia ucraina: la stazione radiofonica francese Radio classique riferisce un vertiginoso aumento di prostituzione di donne e bambini non sempre, come dire, consenzienti, insieme a un traffico d’organi anche questo con donatori con consenso molto dubbio. È notevole la mancanza di indignazione.
Nel mondo occidentale non usiamo la censura, è una cafonata. Come ci aveva già spiegato Aleksandr Isaevič Solženicyn nel suo straordinario discorso tenuto ad Harvard nel 1978, il mondo capitalista come quello comunista ha escluso Dio, quindi ha escluso la giustizia e la bellezza. Le notizie sgradite sono signorilmente ignorate, seppellite da tonnellate di notizie insulse, l’ultimo vestito delle influencer, lo schiaffo alla serata degli oscar, e scompaiono.
Nel suo imperdibile libro Femminismo da non credere, Bruno Etzi ricorda il caso Strauss Kahn, l’economista uomo politico francese, direttore del Fondo Mondiale Internazionale. Mentre era in procinto di partire per Berlino, dove avrebbe incontrato Angela Merkel per proporle un piano per salvare la Grecia dal tracollo finanziario, Kahn fu arrestato per stupro. L’affermazione di molte femministe, secondo cui soltanto il 2% delle accuse di stupro potrebbero essere false, è contraddetta dai rapporti della polizia statunitense che parlano di oltre il 40% del totale delle denunce. Il 14 maggio 2011 Strauss Kahn fu ammanettato e arrestato con l’accusa di stupro. Come spiega Etzi “Il circo mediatico individuò ex abrupto nel politico francese (maschio, bianco, ricco, potente) il simbolo delle diuturne violenze esercitate sulle donne dai maschi occidentali. Per alcuni il tracollo della Grecia e l’impoverimento di milioni di persone era una quisquilia rispetto alla possibilità di colpire un importante maschilista erotomane. La presunzione di innocenza lasciò presto il posto a quella di colpevolezza. Strauss Kahn, accusato da una donna definita “mitomane” dallo stesso procuratore americano, fu sottoposto a un brutale linciaggio mediatico col triste contributo anche di alcune femministe italiane.”
Strauss-Kahn era stato immediatamente arrestato senza alcuna verifica, né testimoni, sottoposto a degradanti perquisizioni, fotografato nudo e costretto a fornire campioni per le indagini. Il ruolo di Direttore del Fondo monetario internazionale, con cui si possono taglieggiare le nazioni povere in favore di quelle ricche, fu assegnato a una donna, Christine Lagarde. Il femminismo ideologico aveva trionfato. Gli inquirenti avevano intercettato una telefonata dell’accusatrice in cui discuteva dei vantaggi che potevano derivare dalla denuncia. Le numerose bugie della donna spinsero la procura di New York a rilasciare Strauss Kahn e, il 23 agosto 2011, tutte le accuse furono archiviate.
La scrittrice Lidia Ravera si mostrò profondamente dispiaciuta dall’esito dell’affaire. Fu ancora più esplicita la giornalista Caterina Soffici: Io credo che nel nostro mondo imperfetto, se una percentuale di errore è ineliminabile dal sistema, è preferibile che un presunto stupratore con precedenti di molestie e notorio puttaniere finisca dietro le sbarre per un errore giudiziario piuttosto che un presunto reato di stupro rimanga per errore impunito. Una tesi mostruosa che diventa ancora più mostruosa davanti all’assoluto silenzio, ma in termine corretto è indifferenza, per una donna stuprata con molta violenza e quindi senza nessun dubbio, con molta paura, con moltissimo dolore, in un cimitero, senza una parola per le donne aggredite a Capodanno.
Nella civilissima Svezia governata da un governo costituito di donne, gli stupri sono circa 20 al giorno, più della metà dei quali fatti da cittadini di origine extra europea. Dato che gli stupri sono difficili da denunciare, sospettiamo che il loro numero sia molto più alto. A Deje, nella Svezia centrale, nel 2015 un cittadino afgano ha aggredito e accoltellato in un tentativo di stupro la signora Mikaela Blixt, mentre camminava in pieno giorno La Blixt è riuscita a scappare e a fare ritorno a casa, scioccata e sanguinante, ha cercato di denunciare l’accaduto alla polizia.
I tentativi si sono dimostrati pressoché impossibili, non si trattava di un’emergenza perché l’aggressione era finita e il numero di non emergenza era sempre occupato. Il giorno successivo la donna si è recata alla prima stazione di polizia della città vicina dove, 24 ore dopo l’aggressione, gli agenti hanno finalmente raccolto la segnalazione. Dopo essersi recata dalle forze dell’ordine, la signora Blixt ha trovato le prove della sua aggressione sessuale all’esterno del centro di accoglienza per migranti, dove erano appesi ad asciugare – dopo essere stati lavati – i pantaloni dell’aggressore, che però avevano ancora tracce del sangue della donna, ma la polizia quel giorno non ha avuto tempo e il giorno dopo i pantaloni erano spariti. La signora Blixt ha descritto della sua esperienza su una pagina Facebook della comunità locale, ha ottenuto migliaia di condivisioni, ed è stata ammonita dalla polizia, che è accorsa in forze quando una ottantina di cittadini ha partecipato a una manifestazione di solidarietà nei confronti della Blixt e “contro la violenza”, manifestazione assolutamente pacifica poi accusata di violazione dell’ordine pubblico.
Solo una settimana dopo l’aggressione alla Blixt, tre donne della vicina città di Karlstad sono state violentate. Per inciso, non solo le donne, ma quasi uno svedese su tre non si sente sicuro in Svezia.
Dato quanto sopra, alcuni complottisti di basso rango sostengono che ci fosse una precisa volontà di non salvare la Grecia e che ci sia un preciso piano di sostituzione etnica in Europa.
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