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Molte Chiese moderne? Un simbolo del nulla

pietro licciardi Sep 24, 2022

di Pietro Licciardi

L’ARTE SACRA DEL XXI SECOLO È SPESSO INCOMPRENSIBILE, SCIATTA E CARICATURALE. UN TRISTE MA ANCHE ALLARMANTE SEGNO DEI TEMPI…

Girando per le periferie delle nostre città si rimane sconcertati da quante chiese architettonicamente fredde, brutte, incapaci di comunicare la bellezza e il sacro di cui dovrebbero essere simbolo si vedono. A guardarle non si può fare a meno ci chiedersi quale ateo abbia potuto progettare simili insulsi scatoloni più adatti a svolgere la funzione di sale congressi, supermercati, o garage che di edifici per il culto divino. Ma soprattutto, ci si chiede, chi può averne approvato la costruzione? Quale vescovo ha avuto così poco senso del sacro e rispetto del bello per acconsentire a deturpare ulteriormente le già deprimenti periferie urbane o il nostro bel paesaggio italico con certi edifici impropriamente chiamati chiese?

Veri e propri ecomostri fatti apposta per inibire la preghiera e il raccoglimento, a causa di echi che rendono difficoltoso l’ascolto durante la liturgia, gelidi d’inverno e roventi d’estate, spoglie e disadorne come una camera mortuaria o contenenti crocifissi che sembrano tralicci e ghirigori spacciati per immagini sacre.

Eppure l’arte da sempre è l’espressione massima della spiritualità, quale che essa sia, e della cultura umana. Parla del rapporto con il Trascendente e raffigura l’intersezione cruciale, come direbbe Thomas Stearns Eliot, fra l’infinito e il finito. Quella cattolica, poi, è stata nel corso della storia la rappresentazione visibile e tangibile dell’incarnazione del credo. Catechismo dei poveri e lectio per i dotti, l’arte sacra è la meditazione costante dell’uomo sulla imprescindibile carnalità della fede, la conversione di una esperienza spirituale in un oggetto concreto e materiale.

Forse è anche a causa di siffatte chiese moderne che il popolo è oggi così ignorante delle cose di Dio. Dopo che si è quasi del tutto smesso di insegnare il catechismo ai giovani sono scomparse o rese incomprensibili le immagini che illustrano le verità della fede dai muri degli edifici di culto, tanto che molti oggi non sono neppure più in grado di capire il significato dei quadri e degli affreschi che adornano le chiese “vere”, quelle costruite prima dell’ubriacatura modernista.

Che l’arte sacra – ringraziamento permanente al Creatore – sia diventata incomprensibile, sciatta e caricaturale è un triste ma anche allarmante segno dei tempi. Il sacro cattolico di oggi, con il permesso di certuni chierici, ritiene che la buona novella di salvezza di Cristo equivalga alla «merda d’artista» di un Pietro Manzoni qualsiasi o che un Pietro Manzoni qualsiasi sia degno e capace di progettare una chiesa.

Tornano purtroppo alla mente le parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, secondo il quale «la vera apologia della fede cristiana, la dimostrazione più convincente della sua verità, contro ogni negazione, sono da un lato i Santi, dall’altro la bellezza che la fede ha generato». Forse sparita la fede è venuta meno nella Chiesa anche la bellezza?

Qualcuno obietterà che in ogni epoca vi è stata una alleanza tra la Chiesa e gli stili architettonici e artistici contemporanei quindi perché non deve ripetersi oggi quel che è avvenuto in passato? Tuttavia non si può fare a meno di constatare come nella percezione comune, vi sia un abisso tra una chiesa “moderna” e una barocca o romanica, cosa che non avviene contemplando queste ultime due, pur tra loro diversissime.

Dobbiamo infatti considerare che la chiesa non è un contenitore neutro per gli atti di culto o per qualsiasi altra attività; è qualcosa di più, è un “ambiente” e in quanto tale portatore di un peculiare spirito. «Quando ci si trova di fronte a un “ambiente” – scriveva Plinio Correa de Oliveira (1908-1995) – proprio perché esprime uno stato dell’anima, esso non può essere moralmente indifferente: o sarà buono e favorirà le anime nella considerazione e nell’assimilazione di Dio, o sarà cattivo e agirà in senso opposto».

È auspicabile pertanto che quel particolare ambiente che è la chiesa sia buono e spinga l’anima verso l’alto. Cosa che avviene sia nelle magnificenti e barocche chiese palermitane che nelle austere abazie cistercensi o romaniche ma difficilmente in molte “chiese-hangar” contemporanee. Evidentemente le prime sono portatrici di uno spirito cristiano che queste ultime non hanno, poiché non sono ispirate semplicemente ad uno stile diverso, bensì ad uno spirito completamente differente.

La materia prima spirituale di un edificio sacro allora non dovrebbe essere sottovalutata, poiché l’architettura svolge una evangelizzazione visiva non meno rilevante della predicazione.

 

 

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