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Nuntio vobis…come funziona il Conclave

il timone paola belletti Apr 24, 2025

di Paola Belletti

Dopo la repentina e in qualche modo inattesa morte di papa Francesco, avvenuta lunedì 21 aprile, la Chiesa è entrata nella fase, rigorosamente  normata, della sede vacante, durante la quale il governo ordinario della Chiesa resta nelle mani del sacro collegio «solamente per il disbrigo degli affari ordinari o di quelli indilazionabili» (UDG 2). I funerali solenni per il defunto pontefice si terranno alle ore 10 di sabato 26 aprile, sul sagrato della Basilica di san Pietro; la data coincide con il primo giorno dei novendiali, i nove giorni di esequie in suffragio dell’anima del defunto vescovo di Roma. Prima di poter esultare come fedeli per il gaudium magnum di avere un nuovo papa, dovremo passare dal conclave , che inizierà secondo le norme tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla sua morte, ovvero tra il 5 e il 10 maggio.

Ecco in sintesi i numeri, le regole e le fasi di questa assemblea che non solo i fedeli, ma tutto il mondo vivrà con attesa e trepidazione. Al di là di ogni possibile previsione e “toto elezione”, ciò che avverrà è in sostanza imponderabile e, noi sappiamo, in mano non solo a decisori umane ma anche all’azione dello Spirito Santo: i cardinali elettori sono chiamati a scegliere in piena coscienza davanti a Dio, alla propria coscienza e al mondo intero, la persona che secondo il diritto canonico (331) avrà «potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa».

Come riporta anche il Corsera, in dieci concistori, il defunto pontefice «ha nominato l’80 per cento dei cardinali che sceglieranno il suo successore (…), ma questo non significa affatto che il successore sarà a sua immagine e somiglianza, anche perché i 110 elettori (su 138) nominati dal Papa argentino non sono affatto un gruppo omogeneo». Oltre a non essere un gruppo omogeneo e rigidamente pre-orientato, refrattario ad etichette di correnti politico-ideologiche che pure esistono, l’attuale conclave si presenta particolarmente rappresentativo di tutte le chiese diffuse sulla terra: 65 sono i paesi di provenienza espressione di una Chiesa non più solo occidentale e “eurofona”, anche se gli europei continuano a rappresentare la maggioranza relativa con 54 cardinali elettori; l’Asia ne offre ben 24, 22 l’America Latina e 18 l’Africa, anche l’Oceania ne esprime 4. Dall’America del Nord ne provengono 16. L’Italia resta la chiesa con più elettori, 17, che arrivano a 19 se consideriamo anche il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, e il prefetto apostolico in Mongolia, Giorgio Marengo. I cardinali elettori saranno 135, anche se al numero 33 della Universi Dominici Gregis il numero massimo fissato è di 120.

LE TAPPE DEL CONCLAVE

Tradizione vuole che tutti i cardinali elettori si trasferiscano insieme in Casa Santa Marta dove ceneranno insieme. La mattina seguente parteciperanno alla santa messa pro eligendo Romano pontifice, presieduta probabilmente dal decano del collegio cardinalizio, il cardinal Giovanni Re. Nel pomeriggio i cardinali si recheranno in processione alla cappella Sistina invocando lo Spirito Santo con l’inno del Veni Creator. La quarta tappa sarà il giuramento: il decano leggerà la formula con cui ogni elettore promette di osservare le norme della Universi Dominici Gregis promettendo di onorare il vincolo di assoluta segretezza e assicurando che “chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa Universale”. Dopo il giuramento il Maestro delle celebrazioni proclamerà l’extra omnes: nella Cappella Sistina da quel momento saranno presenti solo i cardinali elettori. E’ probabile che decidano di tenere subito il primo scrutinio. La preghiera accompagnerà e tesserà la durata di tutto il conclave con la celebrazione quotidiana della messa e la recita delle lodi.

LE VOTAZIONI

Sono previste due votazioni al mattino e due al pomeriggio, ovvero dopo le Lodi e prima dei Vespri.

L’ultimo cardinale diacono sorteggerà tre Scrutatori, tre Revisori e tre Infirmatari, questi ultimi per raccogliere le schede di eventuali elettori malati (infermi) costretti a restare nelle proprie stanze. I Cerimonieri consegneranno due o tre schede bianche ad ogni elettore e subito lasceranno la cappella Sistina. Ogni cardinale compilerà la scheda scrivendo “chiaramente, con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge”; giurerà chiamando “a testimone Cristo Signore, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto” e deporrà la scheda in un calice. Dopo essersi inchinato davanti all’altare tornerà al suo posto. Al termine di ogni votazione il primo scrutatore agiterà l’urna per mescolare le schede e il terzo le trasferirà una per volta in un altro calice-urna. Se il numero corrisponderà a quello degli elettori si procederà allo scrutinio.

LO SCRUTINIO

Gli scrutatori siederanno ad un tavolo davanti all’altare: il primo aprirà una scheda per volta e leggerà il nome, lo stesso farà il secondo scrutatore. Il terzo annota il nome e lo legge a voce alta, successivamente forerà la scheda con un ago in corrispondenza di “Eligo” e le legherà tutte insieme. I Revisori avranno il compito di ricontrollare le schede e i conteggi, il Camerlengo di redigere il verbale con il risultato. Tutte le schede vengono poi bruciate nella stufa con l’aggiunta di una sostanza chimica che determinerà il colore della fumata.

LE FUMATE

Le fumate possono avvenire intorno alle 12 e intorno alle 19, salvo in caso di votazione positiva al primo scrutinio per cui la fumata sarebbe anticipata.

LE CAMPANE

Alla fumata bianca seguirà il suono a festa delle sei campane di san Pietro: i due segnali, visivo e sonoro, annunceranno dunque che si è fatto un nuovo Papa.

HABEMUS PAPAM

«Nuntio vobis gaudium magnum: habemus papam, eminentissimum et reverendissimum dominum …, qui sibi imposuit nomen … ».

La storia della Chiesa, in questo frangente così significativo e cruciale, sarà quella che riempirà con un nome, un volto e speriamo la preghiera dell’intero popolo di Dio i puntini di sospensione della formula con la quale il cardinale Decano annuncerà affacciandosi al balcone centrale della basilica di san Pietro. La nostra dunque non sarà semplice e curiosa attesa per vedere cosa accadrà, ma una partecipe e umile adesione all’azione dello Spirito Santo. Preghiamolo perché possa ispirare e guidare le azioni di quelli che sono chiamati ad un compito così alto come quello di indicare il nuovo successore di Pietro, che sarà ancora il volto del “dolce Cristo in terra”. (Foto: Imagoeconomica)

FONTE : IL TIMONE

 

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