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Ora Pro Nobis

ora pro nobis rachele sagramoso silvana de mari Apr 26, 2022

di Rachele Sagramoso

Santa Regenes Regina Poloniae Ora pro nobis è la scritta che riportava lo stendardo degli Ussari Alati, personaggi dei quali ho sentito parlare per la prima volta nella nuova opera di Silvana de Mari che s’intitola, per l’appunto, Ora Pro Nobis (Edito da F. Picchi editore).

Quando mi sono imbattuta nel libro di Silvana de Mari, mi sono resa conto di alcuni aspetti che per me sono abbastanza interessanti da sottolineare: innanzi tutto la Storia, secondariamente la Scuola, infine il Corpo Insegnante.

La Storia che ho studiato sui banchi di scuola raccontava dei cattivissimi crociati, dei perfidi inquisitori della Chiesa Cattolica che mettevano a rogo le streghe, dello ius primae noctis e di una serie infinita di errori madornali che però sono rimasti intatti nelle menti di tanti ex-studenti e forse attualmente insegnanti (nel libro di Storia di mia figlia, che frequenta la seconda media, le donne dell’epoche antiche sono sempre state relegate in casa, mentre gli uomini - quei fortunelli – erano liberi di combattere e farsi ammazzare).

Il primo punto per parlare, quindi, di Ora Pro Nobis, riguarda la faccenda che dovremmo tutti prendere i libri di Storia che vengono propinati ai nostri figli e usarli per riscaldarci il prossimo inverno, dal momento in cui riportano errori storici deliberatamente deformati. Come si legge nella scheda che l’editore ha preparato per le scuole: «Consci del profondo ed insostituibile valore formativo della Scuola, proponiamo una tale lettura come supporto alla formazione del futuro cittadino. La scuola infatti, mira non soltanto ad impartire conoscenze ed a sviluppare competenze ma anche e, soprattutto, a trasmettere quei valori fondamentali per l’individuo che sono utili per realizzare se stesso ed il suo futuro. Crediamo che far riflettere gli studenti sugli accadimenti che hanno profondamente influenzato la storia contemporanea possa essere per loro un valido strumento di crescita civica e umana».

Quando si pensa che la Storia sia una materia meramente nozionistica che serve a far sì che frotte di ragazzini dagli undici ai diciannove anni si ricordino date, paci, guerre e nomi di tizi dei quali – un minuto dopo il compito in classe o l’interrogazione – non ricorderanno più nulla, si è sbagliato strada. La Storia è fondamentale perché serve per capire l’uomo. Gli esseri umani sono sempre i medesimi: chi comanda vuole sempre comandare di più, chi manda la gente a combattere lo fa per avere più potere e le guerre fanno vittime innocenti. Ecco perché leggere Ora Pro Nobis potrebbe essere un libro scolastico: perché spiega l’animo umano. Facciamo un esempio: un qualsivoglia potere che costringe un popolo in modo chiaro e aperto o subdolo e ipocrita, a darsi alla battaglia civile non è assolutamente differente da un qualsiasi condottiero che manda i soldati del proprio esercito a uccidere soldati di un altro esercito, ma se ne sta ben lontano dai campi di combattimento e ha lo stomaco pieno, mentre i suoi soldati muoiono di fame.

Il primo romanzo storico di Silvana de Mari è stato Sulle ali della Libertà, che in modo semplice e un po’ edulcorato, racconta di vicende avvenute nel passato: Ora pro Nobis, adatto a un pubblico più maturo dei lettori di Sulle ali della Libertà, è un testo che anche un insegnante potrebbe trovare estremamente “sfruttabile” se l’obiettivo delle sue ore d’insegnamento nella scuola superiore è quello di stimolare lo sviluppo del “pensiero critico”, tanto agognato da molti adulti, ma di fatto tenuto ben lontano dalle giovani menti dei nostri ragazzi.

Un punto importante che riguarda il protagonista, che parla dal mondo dei morti, sta nel fatto di avere una visione storica degli avvenimenti che accadono prima e dopo la sua vicenda umana: ecco perché si leggono considerazioni su Hitler o Cernobyl. Questo dà al testo profondità sociologica: materia che è strettamente legata alla Storia e che è importante in una visione disciplinare nella quale lo studente è chiamato a collegare le vicende del passato (remoto o prossimo), con quello che è la persona umana.

Ma chi erano gli Ussari Alati le cui gesta vengono raccontate in Ora Pro Nobis? Erano combattenti professionisti, che sapevano usare le armi in modo tale da risultare quasi invincibili. La loro forza consisteva nel fatto di sapere che erano chiamati a difendere i popoli attaccati da invasori che venivano da lontano. Il grido di battaglia, Santa Regenes Regina Poloniae Ora pro nobis, dava la certezza di combattere per una causa giusta, perché non è sempre detto che optare per la pace tra le genti, equivalga a un non provare a fermare l’invasore che promette di piegare un popolo.

Leggere Ora pro Nobis, tuttavia, non possiede solo una funzione storica che potremmo definire educativa, ma è anche un mezzo tramite il quale parlare d’amore. Sono due i grandi amori che il cuore umano prevede inscritti nella propria fisiologia: il legame madre-figlio, che può andare ben oltre la situazione entro la quale è avvenuto il concepimento (uno dei temi nei racconti di Silvana de Mari è l’aberrazione dello stupro etnico che però non riduce di un grammo il legame profondo tra una donna e il figlio, innocente e bisognoso di essere amato al di là delle colpe del padre), e il legame tra uomo e donna che va ben oltre l’etnia di appartenenza di entrambi: l’emozione enorme che può superare l’amore per il proprio popolo, ma anche i sentimenti di astio e vendetta, questo è il legame sentimentale profondo che sopravvive a tutte le vicende. E forse è questo il punto che può servire davvero come insegnamento ai giovani, infarciti di fluidità e diseducati ai grandi sentimenti. L’amore profondo che lega una donna e un uomo, che si amano oltre tutte le difficoltà e le cui anime rimangono legate per sempre.

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