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TRUTH

Pensierini...

giglio reduzzi Dec 29, 2023

di Giglio Reduzzi

1. La grandezza del Cristianesimo 

Il quid novi che caratterizza la dottrina cristiana dalle altre religioni abramitiche è, com’è noto, la sostituzione del comando: sii giusto!  con quello di: perdona! 

Come ho già spiegato più volte, prima che arrivasse Cristo a dirci che, se ti danno una sberla su una guancia, devi offrire l’altra, la parola perdono non esisteva. 

La regola vigente (legge mosaica) era che tu dovessi vendicarti, a patto di non esagerare, naturalmente. 

Del resto la norma era perfettamente conforme alla natura dell’uomo. 

Ma la diversità della prescrizione cristiana stava proprio nell’ indicare una meta che superasse la banalità dell’istinto umano, peraltro non dissimile da quello animale. 

Le altre due religioni abramitiche (Ebraismo ed Islam) non hanno mai fatto questo passo, che, essendo contrario alla natura umana, era decisamente azzardato, ma hanno conservato la legge mosaica dell’occhio per occhio, dente per dente. 

Che fosse una mossa azzardata lo vediamo anche oggi, per esempio ogniqualvolta la sentenza di un tribunale ci appare troppo blanda rispetto alla gravità del reato commesso. 

Prova evidente che la legge del taglione ce l’abbiamo ancora dentro di noi, nonostante la nostra educazione cristiana. 

Ma è proprio qui che sta, a mio avviso, la grandezza del Cristianesimo: offrire una meta che superi la banalità dell’istinto umano. 

Non è che le altre due religioni non vedano questa differenza: lo sanno benissimo che perdonare è meglio che vendicarsi, ma siccome ritengono che questo fine sia troppo alto per poter essere raggiunto, continuano a perseguire quello che la gente istintivamente persegue, limitandosi a raccomandare l’effettiva parità tra il torto subito e la pena inflitta. 

Prendiamo l’esempio dell’elemosina. 

Il Cristianesimo la raccomanda, mentre l’Islam la prescrive. 

Ma perché la prescrive, e lo fa al punto da fare della “zakat” (come l’elemosina viene chiamata in arabo) uno dei cinque pilastri della fede? 

Proprio perché il suo credo è basato sul criterio di Giustizia. 

Se fosse basato su quello della Carità (sinonimo di Perdono), non sarebbe il caso di farne un comando a sé stante: il gesto di fare l’elemosina verrebbe da solo, come conseguenza logica del più ampio comandamento di amare il prossimo come te stesso. 

Quanto alla posizione dell’Ebraismo su questo argomento, esso non ha fatto dell’elemosina un pilastro della fede, ma ci è andato molto vicino. 

Al punto che uno dei più noti rabbini del passato (l’ebreo spagnolo Mosè Maimonide, più noto come Rambam) ha precisato che fare l’elemosina costituisce un obbligo di legge e quindi va fatta, anche se controvoglia. 

Naturalmente non poteva sfuggirgli che se l’elemosina (in ebraico tzedakah) si fa col cuore, il gesto assume maggior valore ed in tal caso essa si colloca al primo posto della graduatoria che lui chiama gli “Otto livelli del Dare”. 

Ovviamente “Dare malvolentieri” si pone all’ultimo gradino della scala. 

Detto questo è inutile dire (ma solo perché l’ho già detto altrove) che sono nettamente contrario a porre tutte e tre le religioni “abramitiche” sullo tesso piano. 

Infatti, così facendo, annulleremmo la più importante delle differenze esistenti tra di esse: quella che ha sostituito la legge della Giustizia con quella della Carità. 

 

2. Sia lodato Gesù Cristo 

Difronte al crescente numero di fedeli che esprime dubbi sul fatto che Papa Francesco stia operando per il bene della Chiesa o addirittura sia stato validamente eletto, c’è un gruppo,  il c.d. “Gruppo dei Nove”, che propone di sospendere il giudizio in attesa di conoscere il nome del successore. 

E difatti il Movimento ha adottato il significativo nome di “Sedemenefreghista!”. 

Io non sono completamente d’accordo e, benchè mi si attribuiscano posizioni estreme, ho controproposto un atteggiamento più morbido, motivandolo nel modo seguente.: 

La proposta del Gruppo dei nove ci sembra tutto sommato condivisibile, ma, a nostro avviso, pecca di attendismo. 

Anziché sospendere il giudizio, proponiamo di interrompere le offerte alla Chiesa cattolica e di ripristinarle solo se il papa, al momento dell’Angelus, invece di augurare “buon pranzo” dirà “sia lodato Gesù Cristo”. 

E invece di dire “pregate per me”, come è uso fare, dirà “pregate Gesù Cristo per me”. 

In fondo non ci sembra di chiedere troppo. Nello stesso tempo, dissolveremmo almeno metà dei dubbi espressi dal Gruppo dei nove. 

Gruppo anonimo”

 

 

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