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Regno Unito, storico stop ai bloccanti della pubertà

federica di vito il timone Mar 14, 2024

di Federica Di Vito

Breaking news: l’Inghilterra vieta la prescrizione dei farmaci che bloccano la pubertà ai giovani disforici sotto i 18 anni. Giro di boa del governo inglese sui puberty blockers, «decisione storica» per salvaguardare «il miglior interesse del bambino». Il provvedimento è arrivato dopo la pubblicazione dello studio indipendente commissionato dal Servizio sanitario inglese (Nhs) sui servizi per l’identità di genere dei minori.

I retroscena di questa virata risalgono allo stop dato in passato al Gids (servizio specializzato per giovani sull’identità di genere) gestito dalla clinica Tavistock (di cui abbiamo parlato sul Timone con l’intervista alla giornalista della Bbc Hannah Barnes, che si è ampiamente occupata del caso), accusato di non aver raccolto dati consistenti rendendo impossibile un tracciamento degli effetti su bambini e giovani e quindi anche sugli eventuali benefici.

Va nominato poi il rapporto provvisorio del 2022 della dottoressa Hilary Cass, nel quale ha messo nero su bianco che «non c’è stata una raccolta di dati di routine e coerente, il che significa che non è possibile tracciare con precisione i risultati e i percorsi che i bambini e i giovani seguono attraverso il servizio», che «manca il consenso e la discussione aperta sulla natura della disforia di genere e quindi sulla risposta clinica appropriata» e che «poiché il servizio specializzato si è evoluto rapidamente e organicamente in risposta alla domanda, l’approccio clinico e la progettazione generale del servizio non sono stati sottoposti ad alcuni dei normali controlli di qualità che vengono tipicamente applicati quando vengono introdotti trattamenti nuovi o innovativi».

Al quadro vanno aggiunte le recenti rivelazioni sul Wpath (World Professional Transgender Health), la principale autorità scientifica e medica globale sulla cosiddetta “medicina di genere”. Sono i suoi standard ad aver plasmato gli ultimi decenni di linee guida e politiche di associazioni mediche, governi, servizi sanitari pubblici e privati in tutto il mondo. Il portale Environmental Progress ha pubblicato una serie di file interni al Wpath che definire compromettenti è un eufemismo, tra cui alcuni screenshot di messaggi del forum interno che risalgono al periodo dal 2021 al 2024 e un video di una discussione interna.

I file suggeriscono che alcuni membri del WPATH sono consapevoli che le cure che affermano il genere a volte causano danni molto gravi e che alcuni pazienti che hanno ricevuto cure mediche irreversibili non erano in grado di dare un consenso significativo e di comprendere a pieno i rischi, a causa della giovanissima età o della salute mentale. Bloccanti per la pubertà a bambini di 10 e 13 anni con ritardo mentale, esecuzione di interventi di chirurgia genitale su pazienti schizofrenici e disturbi dissociativi, fino ad ammettere il fatto che alcuni giovanissimi pazienti hanno sviluppato tumori in seguito alle terapie ormonali – si parla per esempio di una 16enne a cui è stato riscontrato un tumore al fegato in seguito alla somministrazione di ormoni. E molto altro.

Al conseguimento di questo stop storico, vanno infine aggiunti i nomi di tutti coloro che hanno lottato e lottano contro la terapia affermativa. Di tutte le anime ferite e i corpi mutilati che non verranno mai risarciti su questa terra. Nonostante oggi questa notizia non può che rallegrarci, di certo non ci sono i presupposti per incensare il sistema sanitario inglese. Non possiamo dimenticare che lo stesso sistema ha definito “best interest” anche l’uccisione negli ospedali inglesi di bambini innocenti.

Possiamo limitarci a registrare questo evento clamoroso, ma nel frattempo si dovrebbe dare un freno anche al martellamento mediatico su chi sarebbe “nato in un corpo sbagliato” di cui pullulano i social e i salotti televisivi italiani. Nell’attesa degli effetti positivi che questo dato avrà sul resto del mondo e sull’Italia (l’ospedale Careggi di Firenze è sotto osservazione e si attende una revisione del parere emesso nel 2018 dal Comitato nazionale di bioetica), deve aprire gli occhi chi ancora non era pronto a conoscere la verità. Ora evidente a tutti.

(Fonte foto: Imagoeconomica/Pexels.com)

FONTE :IL TIMONE

 

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