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SOSTA – Aborto …e la sapienza dei tifosi napoletani

corrado gnerre il cammino dei tre sentieri Jul 28, 2023

di Corrado Gnerre

Era il 1981, precisamente il mese di Maggio di quell’anno, e l’Italia si preparava a celebrare un referendum da un interesse che avrebbe coinvolto l’intera opinione pubblica, così com’era stato per anni prima (nel 1974) a proposito del divorzio. Si trattava del referendum sull’aborto, precisamente per un’eventuale abrogazione della legge 194/1978.

Il Napoli Calcio veleggiava in alta classifica, da tempo si sperava nel tanto atteso e desiderato scudetto che però sarebbe stato conquistato solo sette anni dopo, con il campionato 1986-87. In quegli anni le squadre italiane potevano avere un solo straniero. Il Napoli aveva l’olandese Rudy Krol, terzino della magica Olanda che per ben due volte aveva sfiorato il titolo mondiale perdendo entrambe le finali, nel 1974 con la Germania che giocava in casa, e nel 1978 con l’Argentina, ed anche questa giocava in casa.

Krol era di fatto a fine carriera (non dimentichiamo che in quegli anni un trentatreenne era già considerato un vecchietto), ma viene “inventato” da mister Marchesi (un tipo che se ne intendeva di calcio) libero della difesa. Ma un libero un po’ strano, quello che i più saputelli del pallone chiamavano “battitore libero”, cioè un vero e proprio regista difensivo. Krol, non solo chiudeva bene la difesa, ma aveva la capacità di fare lanci millimetrici, saltando il centrocampo (che in quei tempi era fatto nel Napoli da calciatori che davano tutt’altro che il “tu” alla sfera) per lanciare perfettamente l’ala destra, un esperto Giuseppe Damiani (detto “Oscar”), bravo a saltare l’uomo, per poi servire le punte, Pellegrini e Speggiorin che a turno la mettevano dentro.

Insomma, Krol incantava. E i Napoletani si beavano dinanzi a quei lanci millimetrici, uniti ad un’eleganza raffinata da fare invidia allo struscio di Via Toledo nel Giovedì Santo.

Ebbene, poco prima del giorno fissato per il referendum sull’aborto, comparve sugli spalti del San Paolo uno striscione che diceva: “Tifoso che voti per l’aborto, pensaci. E se la mamma di Krol avesse abortito?” Banalità? Può darsi. Unione di ciò che è molto grave (l’aborto) con ciò che ha un valore molto relativo (il calcio)? Certamente. Ma nessuno può negare che si trattava di una verità sacrosanta: se la mamma di Krol avesse abortito, Krol non ci sarebbe stato… e così non ci sarebbero stati i suoi lanci millimetrici. E’ logica! Logica popolare, ma pur sempre logica.

Purtroppo in quel referendum le cose andarono come andarono, confermando ancora di più il processo di secolarizzazione e scristianizzazione dell’Italia, a cui il tradimento di tanti politici cattolici (di fatto, ma anche di teoria) aveva dato e stava dando un contributo notevole.

Perché rinvangare quei tempi?

Perché in questi giorni a Napoli è comparso un grande manifesto fatto dalla Crociata per la Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo (è in foto) che in un certo qual modo ripropone quell’unione tra una gravissima questione qual è l’aborto (peccato che grida vendetta al cospetto di Dio! …anche se non lo dice più nessuno) con ciò che ha solo un’importanza relativa come il gioco del calcio, ma che -si sa- per il popolo napoletano è tutt’altro che una questione irrilevante.

Certo, il bravo napoletano sa benissimo che un conto è la difesa della vita, altro la vittoria di un campionato. Ma uno degli aspetti interessanti nella e della napoletanità è proprio il saper unire ciò che è più grave con ciò che è meno grave …non per banalizzare tutto, bensì per dare importanza a tutto.

Tant’é che quel famoso striscione che comparve nel 1980, è ancora da ricordare… perché non c’è logica che lo possa contestare.

FONTE : Il Cammino Dei Tre Sentieri

 

 

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