Telegram
WhatsApp
TRUTH

Un paio di osservazioni...

giglio reduzzi Jun 22, 2023

di Giglio Reduzzi

 

1. Maurizio Belpietro è il primo giornalista (oltretutto  direttore di giornale) che il 24 maggio scorso abbia osato criticare pubblicamente il capo dello Stato in esercizio. 

Di solito i giornalisti si scagliano sui presidenti solo quando non sono più in carica. 

Quindi non ho mancato di fargli i complimenti per il coraggio dimostrato. 

Buoni tutti a criticare il Presidente quando ad ascoltarti c’è solo la moglie. 

Altra cosa è farlo dedicandogli la prima pagina di un quotidiano. 

Non che i motivi di critica mancassero. 

Anzi Belpietro è stato sin troppo buono, a mio avviso,  perché si è limitato a criticare gli errori recenti, sorvolando su quelli del passato. 

Primo fra tutti quello, bello grosso, compiuto nel 2019, quando, piuttosto che indire nuove elezioni, ha preferito che rimanessero al potere gli incompetenti del governo Conte2, ben sapendo che nel frattempo il Parlamento non rappresentava più il popolo (cfr. consultazioni europee) e dunque all’incompetenza dell’esecutivo si aggiungeva la non rappresentatività del Parlamento. 

Con il risultato che, quando l’anno successivo arrivò la pandemia, questa dovette essere governata da un Premier che fino all’anno prima non aveva mai fatto politica (era stato chiamato solo per fare il mediatore) e da un Ministro della salute che proveniva dal più piccolo dei gruppi parlamentari. 

Ecco perché ho parlato di errore “bello grosso”. 

Ben diversamente si è comportato, qualche giorno fa, il Re di Spagna, il quale, subito dopo la batosta subita dal Premier Sanchez alle elezioni amministrative, gli ha consigliato di dimettersi e di anticipare le consultazioni generali. 

Evidentemente il Re aveva letto il risultato delle elezioni amministrative come una significativa  spia del mutato sentimento popolare. 

Cosa che il nostro Presidente non ha fatto. 

 

2. Definizione di “verità processuale”: 

E il modo riduttivo di definire una sentenza del tribunale quando chi ha iniziato il processo non riceve il verdetto che si aspettava, ma nel contempo non vuole negare validità alla sentenza stessa. 

Insomma si tratta di un patetico caso di equilibrismo. 

Ecco una prova: 

Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Mario Mori, dopo anni di persecuzione giudiziaria e mediatica, sono risultati tutti estranei ai fatti contestati. 

Ebbene: i magistrati che avevano iniziato i vari processi, non potendo smentire i colleghi che hanno emesso le sentenze (secondo la regola del cane non mangia cane), ora parlano di “verità processuali”, secondo la definizione che abbiamo dato. 

Cioè lasciando intendere che la verità fattuale era un’altra e loro avevano ragione. 

E’ il succo di quanto sostenuto nella trasmissione “Report” di lunedì 22 maggio, il cui scopo evidente era di dimostrare che, nonostante le recenti sentenze, chi riteneva i tre personaggi colpevoli può tranquillamente continuare a ritenerli tali. 

A nessuno di loro passa per la mente di ammettere che, se un meccanismo processuale porta ad un risultato diverso o addirittura opposto alla realtà, allora che il meccanismo processuale che non va, non la realtà!

 

 

ENTRA ANCHE TU NELLA BRIGATA PER LA DIFESA DELL'OVVIO!

Partecipa attivamente nella Battaglia per la difesa della libertà e dell'ovvio!

DIVENTA MEMBRO

Iscriviti alla Newsletter!

Rimani aggiornato su tutte le nostre iniziative e novità!

Nessuna spam garantita. Disiscriviti quando vuoi!