UN TAMPONE PER GHERMIRLI E NEL BUIO INCATENARLI
Aug 03, 2022di Silvana De Mari
In questo momento abbiamo più di un milione di persone in isolamento in Italia, persone sane rinchiuse a casa loro per un tampone positivo. Il ministro Speranza mentendo informa che i cosiddetti vaccini sono stati il game changer, quello che ha salvato il mondo, e che sono efficaci e sicuri. Giuro: lo ha detto. I cosiddetti vaccini sono farmaci fondamentalmente inutili perché la malattia in questione e perfettamente curabile, non sono affatto sicuri ma con terrificanti effetti collaterali e la loro mancanza di efficacia è riassunta nei dati di malattia, che attualmente sono più alti che nell’estate scorsa, quando sulla piccola parte italiani era inoculata e ancora più alti rispetto due estati fa quando nessuno era inoculato. Le persone che un tampone positivo devono quindi stare rinchiuse in casa o girare con un tipo di mascherina, la fp2, che favorisce polmoniti batteriche e soprattutto micotiche, ma favoriscono anche il fatto che un positivo asintomatico, cioè una persona sana, diventi un positivo sintomatico, cioè una persona malata e infettiva.
Le mascherine diventano un terrificante terreno di cultura, un’incubatrice che moltiplica tutti i nostri batteri virus e funghi, a meno che non siano cambiate ogni due ore. Anche in quel caso, però, intralciano lo scambio dell’anidride carbonica. Tutte le decisioni del Governo in merito al SARS-CoV2, a partire dai lockdown, sono state prese tenendo come riferimento indiscusso e indiscutibile il tampone che decretava in maniera insindacabile i positivi al Coronavirus. I tamponi più utilizzati sono il “molecolare” che rileva l’acido nucleico virale attraverso la Polimerase Chain Reaction (PCR) e il “rapido” che rileva l’antigene virale. I risultati della PCR sono correlati all’entità del processo che si chiama amplificazione. I risultati del PCR hanno senso? Corrispondono al virus? Quello vero, quello che dà la malattia? In effetti no.
Il documento CDC 2019-nCoV reso noto da FDA
– https://www.fda.gov/media/134922/download – riporta a pag. 40: “poiché nessun virus isolato quantificato del nuovo coronavirus era disponibile per l’utilizzo da parte del CDC al momento in cui il test è stato sviluppato e questo studio è stato condotto, i test progettati per il rilevamento dell’RNA del 2019-nCoV sono stati testati con stock caratterizzati di RNA completo trascritto in vitro (gene N; accesso GenBank: MN908947.2) avente titolo noto (copie di RNA/µL), inseriti in un diluente costituito da una sospensione di cellule umane A549 e medium di trasporto virale per simulare il campione clinico”.
Dunque la presenza di RNA virale potrebbe non essere indicativa della presenza del virus infettivo o che il virus sia il responsabile del quadro clinico. Il test funziona con tre primer, (breve sequenza di RNA, cioè con tre bersagni) N1 specifico per il Sars-Cov-2 , N3 generico per i coronavirus ed uno specifico per un gene che codifica per una protena S specifica del Sars-Cov-2.
Il test dà un risultato positivo per ogni segnale che appare nei primi 39 cicli.
Dalla tabella per l’ interpretazione dei dati, si evince che il test risulta positivo in presenza di un solo primer positivo, cioè in parole povere di un qualche coronavirus non necessariamente il 19.
Cosa cerca e trova il test PCR? Il CDC/FDA utilizza il gene del nucleocapside del virus, nelle sue due versioni N1 e N2: non si può escludere che altri nucleocapsidi virali possano dare un risultato positivo, cioè che il resposabili della positività del test sia un mite coronavirus capace al massimo di dare un raffreddore o nemmeno quello.
Nessun tipo di tampone è stato convalidato secondo i criteri della prassi analitica. Come per i vaccini, la FDA, saltando tutti i passaggi di verifica, ha concesso un’autorizzazione emergenziale all’uso, senza indicazioni circa diagnosi, carica virale, contagiosità, ecc. e senza fornire istruzioni per il numero di cicli di amplificazione. Il virus nel frattempo è mutato, ma il test molecolare certifica che quello che rileva è il SARS-CoV-2 nonostante fonti autorevoli sostengano che sopra i 35 cicli il tampone non è affidabile, tutt’al più rivela tracce di un virus così debole da non risultare infettivo o frammenti che non possono replicarsi e infettare, inoltre il test può cross-reagire con altri coronavirus. Perché i laboratori sono stati lasciati liberi di amplificare a piacimento i parametri, indicando come “positivi asintomatici” soggetti sani e non infettivi? Per fare terrorismo. Per giustificare la perdita della libertà. Un approccio SI/NO all’interpretazione del tampone PCR non convalidata da coltura virale origina falsi positivi e la reclusione immotivata di un grande numero di persone. L’inventore della Polimerase Chain Reaction, Kary Mullis, premio Nobel, deceduto nel 2019, disse che, con la PCR, amplificando, anche l’acqua diventa positiva.
Un test positivo con Ct elevati in soggetti asintomatici anche se incrementa il numero dei positivi (e dei morti con Covid ) serve a fare terrorismo, ha un significato diverso rispetto ad un positivo sintomatico con carica virale elevata e dunque reale contagiosità.
Il protocollo stabilito dall’OMS per i tamponi molecolari identifica come positivi solo coloro che esprimono contemporaneamente tutte e tre le sequenze geniche ricercate, con Ct inferiori a 35. Il Ministero della Salute ha deciso autonomamente di considerare positivo chi ne presenta anche solo una, con Ct superiori a 35.
I test antigenici individuano specifiche porzioni proteiche della proteina S o N presenti sulla superficie del virus SARS-CoV-2. Il test può dare esito negativo se la concentrazione degli antigeni è inferiore al limite di rilevamento del test, così si è diffuso un test con un LoD, limite inferiore di rilevabilità, bassissimo. Qual è il senso di cercare un valore privo di significato clinico se non di trovare comunque una positività?
In questi giorni assistiamo ad un’impennata della percentuale di positivi al tampone. La spiegazione potrebbe essere il test stesso. Il numero dei tamponi molecolari si mantiene stabile, in ragione di 300/400 mila alla settimana. Negli ultimi 15 giorni, il numero dei tamponi rapidi (effettuati principalmente in farmacia) è raddoppiato raggiungendo i 2 milioni la settimana, tra questi risulta elevata la percentuale di positivi, mentre il molecolare ( fatto soprattutto in ospedale) fornisce positività del 15% circa. Questi dati sollevano più di qualche dubbio tanto più che tra febbraio e maggio era il tampone molecolare a dare percentuali di positività un p’ più alte con differenze attorno al 10-15%. I tamponi molecolari hanno un’alta probabilità di falsi positivi specie negli asintomatici. Ora assistiamo a una percentuale quasi doppia di positività ai tamponi antigenici: dipenderà dal caldo, dalla conservazione dei tamponi rapidi o i lotti utilizzati hanno una sensibilità differente? Un test che raddoppia i positivi rispetto al molecolare che già viene ultra-amplificato, unito al raddoppio del numero dei test, fornisce un conteggio di positivi poco credibile, infatti il dato non si riflette sulle terapie intensive, invece la conta dei morti con Covid viene enfatizzata.
Il 25/30% di positivi a luglio è poco plausibile: l’anno scorso la percentuale era venti volte meno!
Chiedo a tutti gli italiani: piantatela tutti immediatamente di fare tamponi.
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